SCAPPARE LASCIANDO GLI AMICI ACCARTOCCIATI NELLE LAMIERE

La solita notte giovane, diciamo pure l’ormai orrendamente “iconica” notte di tanti ragazzini italiani. Si beve, poi si sale in macchina, magari il macchinone del papà, e via veloci come il vento. Guarda lui com’è ridotto sulla Polo, adesso schiaccio e con un colpo di gas lo faccio fuori, vai col soprasso, 140 all’ora con limite a 50, rettilineo, senza nebbia e senza pioggia, di una facilità ridicola, però col finale che sappiamo: la grossa Bmw va a schiantarsi sul platano dall’altra parte, le due amiche muoiono sul colpo, il pilota dalla guida ganzissima e il suo navigatore restano feriti, ora gravi all’ospedale.

E’ più o meno il video che vedremmo tutti su TikTok, è la spaventosa narrazione della sciagura che ciclicamente sgomenta l’Italia intera davanti ai resoconti dei tg. Quest’ultimo dalle parti di Treviso, al confine col Friuli. Niente di particolarmente nuovo, ma sempre così insopportabilmente feroce.

Rispetto al solito, però, stavolta c’è un dettaglio che proprio non può passare come secondario, sfumato sullo sfondo: gli amici della Polo sorpassata, dopo aver chiamato i soccorsi, abbandonano velocemente il luogo dell’apocalisse.

Come sia possibile lasciare gli amici lì accartocciati nelle lamiere, contro un platano, è il tema più inquietante dell’intera serata. Qualche cronista spiega in un inciso della ricostruzione “forse per lo choc”. Qualche altro, meno sbrigativo, aggiunge “forse per evitare i controlli col palloncino”. Nessuno parla di coscienza. Non si usa più, articolo uscito di produzione.

Qualunque sia la motivazione, resta l’incredibile: quattro tuoi amici possono essere morti – due si scoprirà lo sono davvero – e tu comunque riesci a svignartela verso casa. Verrebbe naturale immaginarli paralizzati dal terrore e dal dolore, quelli della Polo rimasta fuori dallo schianto. Verrebbe logico pensarli in preda al panico, alla disperazione, però lì sul ciglio della strada, gridando come matti, magari fuori controllo, con qualche agente della Stradale o qualche infermiere del 118 che cerca in qualche modo di calmarli…

Invece no. Tornano a casa. E’ qualcosa che sfugge alla comprensione, almeno alla mia. Qualcosa che lascia immaginare quali abissi di vuoto e di nulla possano toccare in certe notti i nostri ragazzi, così freddi e così lucidi da sgommare subito via lontani per evitare le rogne del palloncino, e magari di dover dare qualche spiegazione.

Certo anche stavolta ci verrà più comodo e più gratificante giustificarli, poverini, pensa lo spavento, è chiaro che sono scappati d’istinto. Ecco, è proprio quello il punto: in un altro mondo, in un’altra epoca, per istinto non ce ne saremmo mai andati se quattro nostri amici si fossero schiantati a quel modo contro un platano. Come diavolo è cambiato, come si è ridotto col passare dei tempi, questo istinto umano?

Un pensiero su “SCAPPARE LASCIANDO GLI AMICI ACCARTOCCIATI NELLE LAMIERE

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Vorrei dire solo che la realtà da qualche parte è fatta solo di immagini, da allontanare o di cui fare parte. Lo strato delle immagini è sottile e sebbene cerchi di mostrare un qualche contenuto, molto spesso nasconde solo paura di vivere, di sporcarsi della realtà vera, quella che è meglio giocarsi come non valesse nulla.

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