Alla fine, anche in questo caso, potrebbero essere i francesi ad influenzare tutti. A fare scuola. A mettere un po’ d’ordine tracciando una via da percorrere: non sarebbe la prima né l’ultima volta. I francesi, che ci piaccia o no, sono nazione e popolo, all’occorrenza sanno fare squadra, e dopo i monopattini – che sono all’esame popolare dei parigini per un netto e drastico stop (referendum il prossimo 2 aprile) – hanno messo nel mirino la figura degli influencer.
È da tempo che i cuginetti ne parlano, ma ora sembrano pronti ad agire. C’è da regolamentare un mercato, che non ha regole e punti di riferimento. Molti influencer sono additati per non essere trasparenti nel presentare le pubblicità come tali, altri per prestare la propria immagine senza verificare cosa si va realmente a promuovere.
È di qualche giorno fa la decisione di mettersi al lavoro: Renaissance, il partito del presidente Emmanuel Macron, e il Partito Socialista, di opposizione, hanno annunciato che lavoreranno insieme a una proposta di legge sostenuta dal governo che sarà discussa in parlamento a metà marzo. L’obiettivo è quello di creare le condizioni legali per riconoscere giuridicamente una professione. Fino ad oggi, per i circa 150 mila influencer, sono state utilizzare quelle per le “attività artistiche”. Ma non è tutto, il governo vuole anche riconoscere il mestiere ormai diffuso di “agente degli influencer”, esattamente come già esiste nel mondo sportivo, della moda e dello spettacolo.
Su cosa si dovrebbe puntare? Intanto il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, uno dei politici più attivi sull’argomento, all’inizio di gennaio ha lanciato una consultazione popolare per raccogliere idee e proposte su come “inquadrare” gli influencer e, dai primi “exit poll”, si può già dire che c’è l’esigenza della creazione di un albo professionale, con una adeguata definizione giuridica ufficiale su chi siano gli influencer e i loro agenti, e al contempo la formulazione di un codice di buona condotta da seguire, con l’obbligo da parte degli influencer di segnalare le immagini e i video ritoccati e il divieto di promuovere certi prodotti.
E, in questi giorni, sarà invece discussa in Parlamento una legge che dovrebbe vietare agli influencer la sponsorizzazione di interventi chirurgici (in particolare quelli estetici), farmaci e investimenti rischiosi come quelli in criptovalute.
La Francia è pronta a regolamentare gli influencer, influenzando e insegnando al mondo come si fa. E in Italia? Non è da escludere che ci si rivolga direttamente a Chiara Ferragni: noi amiamo semplificare.
Aspetto con ansia di sapere cosa ne verrà fuori. Lasciamo a loro questa palla da giocare, poi si vedrà l’utilizzo che ne faranno. Ovviamente saremo pronti a criticare in ogni caso!😅