Stavolta trattasi dei mille della giuria popolare, demoscopica, insomma quella roba lì che dovrà votare e scegliere i brani giusti del Festival. Le scadenze sono analoghe a quelle appena vissute, si parte di martedì anche se già oggi, lunedì, il circo ha annunciato tutte le bestie e i saltimbanchi sotto lo chapiteau, e si va avanti fino a sabato notte.
La maratona Amadeus è pronta a okkupare ogni momento del palinsesto, con ospiti vari, alcuni avariati, ma la Rai e le altre emittenti ospitano la qualunque purché si parli di omicidi e canzoni, tutto quello che titilla l’interesse morboso del popolo pubblico.
Effettivamente Sanremo é Sanremo perché non c’è altro di uguale, analogo, simile, c’erano una volta il Cantagiro e Castrocaro, il Festivalbar, roba che teneva in vita ogni tipo di artista e lo rendeva itinerante, come un santo pellegrino, per i paesi e i borghi. Sanremo è fisso, stabile, stanziale, è un teatro che vive le sue serate per poi scomparire dalle scene nazionali, è una città che a parte il Casinò che altro sa offrire, anzi ve lo dico io per esperienza diretta: alberghi con ragnatela, reduci e sopravvissuti ma con prezzi volgari, cinque volte rispetto alle tariffe reintrodotte a festival finito, ristoranti con menù che vanno letti in stile arabo, da destra a sinistra tanto sono lievitati i prezzi della spigola e contorno e le trofie con pesto, fagiolini e patate, non dico poi dei vini che nemmeno a Dubai dove l’alcool non è previsto dalla religione locale.
Appunto Sanremo è una religione, un rito, una messa pagana, un appuntamento che coinvolge dodici e più milioni di persone ogni sera e coinvolge la Rai con tutti i suoi effettivi, dal presidente all’amministratore delegato ai capistruttura, agli artisti vari tutti in prima fila per l’inquadratura doverosa e alle loro spalle il pubblico che mostra pellicce ecologiche e gioielli falsi, ma tutto brilla, tutto sberluccica per farsi riconoscere.
Pronti, sì, siamo pronti a sbirciare o proprio vedere con attenzione. Anche quelli che fanno finta di vivere a Capalbio ma sono già a Ospedaletti, i No San sono dietro la prima curva. In fondo, dopo tanto scempio, abbiamo bisogno di un bel cinque dosi. Fate il vostro gioco. Domani si parte, si sa per dove.