di CRISTIANO GATTI – Nonostante il periodo cupo che stiamo tutti sopportando, davvero è impossibile ignorare lo stato di angoscia in cui è precipitato improvvisamente Cristiano Ronaldo: sul suo capo pende l’implacabile spada vendicatrice dello Stato italiano, una multa di 400 euro.
D’altra parte le colpe si pagano, senza sconti per nessuno: lui ha voluto festeggiare il compleanno con la Giorgina sulle nevi di Courmayeur, beffando le norme anti-Covid che vietano certi spostamenti. Nonostante sapesse bene che questi crimini prevedono castighi feroci, il campione con la tartaruga addominale ha sfidato la legge e adesso deve vedersela addirittura con i carabinieri. Difficile riesca a evitare la pesante sanzione dei 400 euro. Gliela facciamo passare noi la voglia di farsi i comodi suoi.
Sorvolando sulle modalità ormai canoniche per questo genere di cinepanettoni – subito video e selfie sui social, poi all’esplosione della caciara subito la rimozione -, resta il fatto che sta vivendo una fertile stagione questa idea dei campionissimi intesi come modelli virtuosi per i giovani, dentro e fuori campo.
Le cronache più recenti sono piene zeppe di fulgidi esempi. Vado a memoria, velocemente: Suarez che con il suo giro tarocca l’esame a Perugia per diventare italiano, parlando come i Bingo Bongo dei film anni Cinquanta, il giovane Zaniolo in fuga dalla ex fidanzata ingravidata, quindi Ibrahimovic e Lukaku che oscurano San Siro come bulli da taverna, adesso Ronaldo che imperterrito va in Valle d’Aosta, alla faccia di chi per mesi interi non può uscire dal proprio comune.
Viva De Coubertin, quello dell’importante è partecipare, quello dello sport scuola di vita. Se qualcuno ha ancora voglia di raccontare gli idoli del calcio come esempi per i ragazzini, prego, si accomodi. Io resto dell’idea che al campione si debba richiedere un bel dribbling e un bel tiro, magari fatica e sacrificio, ma non necessariamente virtù socratiche. Se siamo bravi a fare una cosa, non è detto che siamo bravi a fare tutto. Anzi, non succede quasi mai. E’ la retorica falsa e comoda che ci spinge con troppa faciloneria a spostare i campioni dal podio della vittoria sportiva al piedestallo dell’icona sociale. Insegnare invece ai ragazzini che certi esempi vanno usati al contrario, questo sì è più serio e più educativo. Ma naturalmente non è il caso si sperarci eccessivamente: i genitori sono i primi a perdonare come ragazzate, se non come valori positivi del genere grinta, carattere, personalità, il libero arbitrio senza regole di certe star.
In tutto questo, irresistibile il rivolto comico: nei titoli di giornali e tv, si legge “Ora Ronaldo rischia una multa di 400 euro”. Il risvolto comico sta in quelli che scrivono questi titoli seriamente. E nell’immaginare la paura di Ronaldo, certo.
Per la verità qualcuno specifica bene che la multa potrebbe persino arrivare a 1000 euro. A ecco, allora cambia tutto.
Egr. Dott. Cristiano Gatti ,
Non crede sia ora di finirla con questa barzelletta delle virtù esemplari degli sportivi ?
Soprattutto per i giovani andrebbe fatta chiarezza , prima, su quali siano gli ideali ed i valori veramente da condividere ed a cui aspirare.
Non certo, od almeno non solo, le copertine patinate dei rotocalchi e le vagonate di quattrini che risultano essere la costante di questi derelitti maestri di vita.
Da ultimo, per favore ed anche per carità, mi lasci stare Socrate .
Stai a vedere che me lo scambiano per un ex giocatore di football, se non erro di origini Brasiliane .
Bravo di piedi e di testa .
Ma nulla a che spartire, nemmeno lontanamente, con quell’altro. Quello vero ed unico , in grado di ammaestrare davvero i giovani.
Cordialmente.
Fiorenzo Alessi