ROMA, LA GRANDE MONNEZZA

di CRISTIANO GATTI – Purtroppo il nostro lato terzomondista è abituato alle cataste di rifiuti, meglio con quaranta gradi all’ombra, nei centri cittadini più rinomati e frequentati. Forse è proprio per questo, proprio per questa abitudine perversa e malata, che sta passando via in un’imperdonabile indifferenza lo spaventoso scandalo che sta di nuovo investendo Roma, l’ultimo solo in ordine di tempo. Conviene sorvolare sulla solita catena di cause e derivati, perchè ancora una volta finiremmo per smarrirci nel labirinto della burocrazia idiota e dei contorsionismi politici del più vero made in Italy. Restiamo al colpo d’occhio: Roma, la capitale d’Italia, la più bella città del mondo, in questa estate di ripresa, che dico ripresa, ci piace definirlo Rinascimento, è sommersa dai rifiuti.

Cosa c’è di strano, diranno tanti di noi. Non è la prima volta. Mica solo a Roma. E forse sta proprio in questa assuefazione la ragione prima della vergogna. Ma sarà bene che gli uomini di buona volontà, gli ultimi rimasti, non si facciano trascinare nel gorgo della rassegnazione. Almeno questo. Non in questo caso.

Conviene dirla tutta, nuda e cruda, per come è e per come resta, a dispetto di tutti i precedenti e delle nostre penose abitudini: nonostante tutto, continua ad essere intollerabile e spaventoso che Roma, la capitale d’Italia, la città più bella del mondo, sia ridotta in questo stato. Con un’aggiunta doverosa: stiamo vendendo all’estero l’Italia della ripartenza tirando fuori tutta l’argenteria di casa, tirando a lucido tutti i gioielli di famiglia, l’arte, la cultura, il turismo, quello che ci piace definire il nostro petrolio, e poi non troviamo niente da ridire su queste immagini diffuse in giro per il mondo come simpatici depliant. Non c’è Colosseo restaurato, non c’è mostra di grido, non c’è fontana con le turiste nude, non c’è niente che possa oscurare cataste disgustose, rifiuti decomposti, odori insopportabili, topi in libera uscita. E questo è tutto.

Gli uni dicono che sia il chiaro fallimento della sindaca Raggi. Gli altri rispondono che questo è il lascito delle gestioni precedenti. Tutti assieme, gli uni e gli altri, dovrebbero trovare almeno la dignità del silenzio e del pudore, magari trovando pure il modo di andarsi velocemente a nascondere.

Chi ama davvero l’Italia non può restare impassibile davanti allo scempio di Roma. Chi ama davvero l’Italia dovrebbe esaltarsi un po’ meno per i gol degli azzurri e indignarsi un po’ di più per la deriva ributtante della sua meravigliosa capitale. Così in un Paese normale. Ma l’impressione è che non sarà neppure questa estate di “Monnezza selvaggia” a cambiare le nostre gerarchie: crepi pure Roma tra pantegane e miasmi, la patria è salva se Mancini ci porta l’Europeo. E’ la grande bellezza.

Un pensiero su “ROMA, LA GRANDE MONNEZZA

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr. Dott. Cristiano Gatti,
    Lei mi è simpatico perchè, nelle circostanze che contano, ha anche lo splendore dell’illusione .
    Potrei anche proporle l’ “auspicio idilliaco” che rende luminosa anche la nottata più nera.
    Ma , oltre che illusi , si sarebbe anche marchiati come patetici , o pericolosi nostalgici (ovvio che io sia uno dei capi di questa consorteria tra il comico brillante ed il criminoso) .
    Rischia poi la pelle nel richiamare sarcasticamente il dio Calcio come l’ ineffabile e costruttiva alternativa a qualsiasi schifezza e nefandezza del Bel Paese .
    D’altro canto, che razza mai di Bel Paese può essere quello in cui la sua Capitale , caput mundi di antiche e splendide vestigia , trova un sadico gusto a sguazzare nella monnezza ?
    In tutto questo, di “grande” temo ci sia proprio ben poco.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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