RISOLVERE IL CONFLITTO D’INTERESSI AL MODO DELLA SANTANCHE’

Questo è senso dello Stato. Questo è rigore morale. Questa è etica estrema. La Santanché non ci ha messo tanto a dimostrare come si risolvono i conflitti di interesse, che effettivamente mezza Italia le aveva subito rinfacciato al momento stesso della sua nomina a ministro del Turismo, lei titolare con Briatore del Twiga, il noto locale-bagno per proletari sulle desolate spiagge di Forte dei Marmi.

Donna tutta d’un pezzo e pure di parola. Aveva detto venderò le mie quote e uscirò dal Twiga, così nessuno avrà più niente da ridire. E così ha già fatto, senza aspettare altro, magari perdendoci un sacco di soldi.

L’altro giorno l’annuncio in un’intervista alla “Stampa”: “Venduto. Non c’entro più niente col Twiga. A chi ho venduto però non lo dico, non deve interessare”.

Ma siccome nei giri commerciali queste notizie non restano segrete per molto tempo, ecco che diversi media sono già in grado di rivelare chi ha acquistato le quote della Santanché. Chiaramente un dettaglio secondario, perchè in certe questioni morali conta solo la sostanza, in questo caso che la ministra si è sbarazzata del suo locale e non avrà più niente a che fare.

Da “LaNazione.it”: “Daniela Santanchè ha venduto la sua quota del 22,05% per oltre 2,8 milioni di euro, dividendola tra Flavio Briatore (11,025%) e il nuovo compagno Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena (11,025%)”.

Operazione limpida e cristallina, come si può notare. Niente da eccepire.

Resta aperta solo una domanda: ma la Santanché davvero ci considera tutti così tordi?

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