RICCHI E CAFONI

di TONY DAMASCELLI – Accettazione. Sostantivo di vario significato. Evito l’accezione macabra e così supero locali e sportelli relativi all’accoglienza. Mi fermo al football e alle decisioni dell’arbitro: bene, il sostantivo di cui sopra è estinto, non c’è un calciatore, uno solo nel campionato nostro, che si presti ad accettare un’ammonizione, l’espulsione poi nemmeno in caso di strage.

L’arbitro fischia e, in contemporanea, anche in presenza dell’avversario giacente e rantolante sul terreno di gioco, con la ferita in evidenza, il segno dei tacchetti o della gomitata, il sangue rosso sullo stinco o sulla bocca, niente, è fiction perché il punito sclera, reagisce, strilla, urla, non per il dolore ma per l’indignazione, non è colpevole, meglio non dire responsabile visto il momento politico, affronta il giudice, gli arriva addosso, altri sodali si aggiungono alla protesta, il capannello freme, la sceneggiata si ripete dovunque, con esempi manifesti anche a bordo campo, dove si agitano gli allenatori e i loro assistenti e consulenti, sulle tribune cosiddette d’autorità si va di gesti dell’ombrello e rosari blasfemi.

Viste a Udine immagini di milionari capricciosi, le insolenze sono state provocate dal tempo di recupero concesso dall’arbitro: per un minuto in meno, il salentino che viaggia a dodici milioni a stagione ha perso l’equilibrio, con lui il cosiddetto team manager molto team e poco manager, si sussurra che le insolenze, si fa per dire, siano proseguite nel tunnel che conduce allo spogliatoio, dialoghi da assemblea condominiale o osteria in ora di chiusura.

Deciderà il giudice sportivo, ma al di là della sentenza, delle squalifiche e delle multe, il calcio nostrano resta cafone, volgare, di basso livello, gente che si segna con la croce e poi bestemmia, altri che si stringono la mano e poi provvedono a sputarsi addosso, la disciplina è un concetto fastidioso, il rispetto si esaurisce nel minuto scarso di raccoglimento, l’educazione non è contemplata nei testi di Coverciano, nessuno accetta, tutti contestano. Gradinate e curve sono deserte, gli ultras sono in campo.

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