DI JOHNNY RONCALLI – Trenta marzo duemilaventi. Bello Report, su RAI3, bellissimo. Si deve dire e probabilmente è così.
Però. Capisco le leggi dell’inchiesta, capisco dover essere incalzanti e capisco la presunzione di colpevolezza che è un marchio di fabbrica del programma, ma non mi piace talvolta il tono generale.
Si può dire?
Anni fa, Report fece una trasmissione sull’autismo per divulgare le idee di un medico – sospeso dall’ordine dei medici – che sosteneva che l’autismo fosse curabile.
Anche Report a volte inciampa, inciampa nella sua presunzione. Siamo alle solite, per quel che mi riguarda, il problema riguarda il Dubbio, e non a caso lo scrivo con la D maiuscola.
Report è un rastrellamento lodevole, ma costantemente alla caccia di chi ha sbagliato. E sicuramente c’è chi ha sbagliato, nessuno ne dubita, nemmeno la maggioranza di quelli che hanno effettivamente sbagliato. Ma la sensazione è che non si ammetta mai la buona fede. La buona fede che spesso non c’è, e il sottoscritto è in prima fila con la forca laddove effettivamente non si riscontra, ma dove invece la buona fede c’era eccome?
Perché dopo il Coronavirus è straordinariamente facile dire questo andava fatto, questo no, bisognava essere pronti, servivano più scorte di mascherine, i guanti, i respiratori e via dicendo. Non discuto l’inchiesta, l’importanza etica dell’inchiesta. Ma non mi piacciono i processi sommari. Trovare l’anello debole, il buco nella rete, la falla in una tempesta del genere è fin troppo facile.
Ci sono colpevoli, scopriremo che qualcuno ci ha guadagnato, che qualcuno ha taciuto per non svelare le proprie colpe, che qualcuno ha sbagliato, punto. Perché è evidente a tutti che qualcuno ha sbagliato.
Ma si faccia avanti, anche tra chi ora fa le inchieste, chi poteva prevedere tutto questo in questa misura.
Sono preparato, so che c’è chi aveva previsto tutto.
A dei soggetti che quanto a processi sommari erano emeriti docenti ed altrettanto accaniti fans, un Tizio pensò bene (o male ?) di …sparare a bruciapelo un “CHI È SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA !”.
Non mi risulta che, almeno nell’immediato, quello stesso ardito ed innovativo Tizio sia poi campato a lungo , ne’ che abbia fatto una gran bella fine.
Senza tanti riguardi o garanzie difensive , si dice che lo abbiano inchiodato ad una Croce , ad appena 33anni.
Poi, però, mi pare che il Tizio si sia preso anche delle belle rivincite.
Quindi, importante è CREDERCI.
La VERITÀ è come il lavoro: prima o poi …pagano .
Cordialità.
Fiorenzo Alessi