Dunque su “RaiTre” va in onda Report, che si occupa estesamente del Ministero delle Cultura e della imbarazzante commedia a episodi che lo riguarda.
Non vorrei entrare troppo nel merito, anche perché la fiction sta durando oltre il limite della sopportazione. Semplicemente evocando i nomi degli attori protagonisti, Sangiuliano e Giuli in testa ovviamente, il pensiero dell’italiano medio assume un’andatura sostenuta. L’italiano medio ascolta e di gran carriera passa oltre, perché ormai è evidente a tutti che non è una cosa seria, tutto questo frullato non può essere una cosa seria.
Conoscenze, appropriazioni, favoritismi, millanterie, amorazzi (nella foto, la testa di Sangiuliano dopo una delle burrascose discussioni con l’amica Boccia, uno degli argomenti più dibattuti), supercazzole, a questo e ad altro ancora abbiamo assistito e ancora stiamo assistendo e la morale è impietosa. La morale può apparire indolore perché giorno dopo giorno noi continuiamo la nostra vita senza curarci troppo delle bassezze ministeriali e ci mancherebbe, ma verso sera, quando magari avanza una mezz’ora per leggere qualche pagina o rinsaldare il nostro bisogno di bellezza e di cultura, a un certo punto ci tornano alla mente le vicende dei palazzi romani e ci rendiamo conto che da quelle parti la cultura davvero non è una cosa seria.
Noi passiamo oltre, continuiamo imperterriti ad alzarci presto, ad andare a lavorare e a sfogliare le nostre belle pagine per una mezz’ora la sera e pazienza, però sotto sotto il chiodo non si schioda, il rovello c’è e non si placa. E nemmeno l’indignazione che ne deriva, perché si sa, a forza di pensare a una cosa che non ti garba, l’indignazione si fa strada e non la contieni.
Perché mai la cultura viene così maltrattata nel luogo che dovrebbe promuoverla e nel luogo che dovrebbe assicurarle il massimo rispetto? Perché mai non si riesce a mettere sulla poltrona una persona che sia pulita, trasparente, fuori da tutti i giochi e i giochetti, senza amichetti da promuovere, senza amorini e amorazzi, senza parti da privilegiare e altre da nascondere, senza disponibilità a compromessi, perché mai?
La cultura, il Ministero della Cultura, almeno quello, sarebbe anche il posto idealmente perfetto per uno o una che sia effettivamente fuori da qualsiasi gioco di potere, ne trarrebbero giovamento la gente d’Italia e il governo stesso, ma evidentemente si tratta di un pensiero ingenuo e fuori da ogni logica di potere, anche se si tratta di una logica fuori dal tempo, all’insaputa anche di chi sta nel palazzo.
La cultura dovrebbe fare pensare, creare dubbi, attrarre e muovere menti e cuori, raccontare il tempo andato, leggere il presente e provare a immaginare il futuro. A giudicare dalle opere e anche dalle parole sconclusionate ascoltate da chi dovrebbe rappresentarci ed essere al nostro servizio, a me sembra di cogliere giusto un incontenibile egocentrismo. Oltre al resto, sui cui è meglio sorvolare, roba di bassissima lega.
Sangiuliano e Giuli sono perfettamente allineati in questo egocentrismo, assonanti e conseguenti persino nel nome. Al punto che sorge un filo di imbarazzo, a voler pensare a un possibile successore.