Ai francesi ancor gli girano e Bartali stavolta non c’entra. Viene fuori la multiproprietà di chiesa e palazzi e scalinate romane: secondo la Corte dei Conti di Parigi, Trinità del Monti sarebbe tutta loro, edificata a metà del Settecento su proposta dal cardinale Pierre Guérin de Tencin con i denari di Étienne Gueffier, un astuto diplomatico che alloggiava in piazza di Spagna dove morì prima di vedere compiuta l’opera, di seguito tenuta a cura dei Pii Stabilimenti della Francia. Per la cronaca il nipote di monsieur Gueffier pretese di avere la metà della scalinata, come eredità.
Ora i magistrati francesi esigono la restituzione della spettacolare scalinata, così come di altre chiese appartenute a Parigi. Affermano, i togati, che le condizioni e la manutenzione del capolavoro dell’architetto De Sanctis siano la dimostrazione della totale incuria del municipio e dello Stato italiano, onde per cui vogliono rimpossessarsi del monumento.
Ovviamente è partita la contromossa, ridateci la Gioconda e poi Yves Montand era italiano e così Lino Ventura non parliamo poi di Cardin e a seguire.
Roba da assemblea condominiale, ma non è male l’idea di una multiproprietà di monumenti e chiese, dividiamo le spese, San Luigi dei Francesi ad esempio vada a Macron però le tele di Caravaggio ce le teniamo noi, cosi Santi Claudio e Andrea dei Borgognoni e San Nicola dei Lorenesi, Sant’Ivo dei Bretoni e infine Villa Medici.
Scopriamo che l’ambasciata di Francia in Vaticano ha un amministratore e un tesoriere che tengono sotto osservazione il cosiddetto patrimonio esportato, non sappiamo se utilizzino occhiali con telecamere o cimici o detective clandestini, ma tutta questa vicenda dovrebbe far parte di un grande film tra il poliziesco e il comico, Parigi Chiama – Roma non risponde.
Dottor Damascelli, due paroline sulla lettera di Stellantis ai cassaintegrati della medesima con l’invito all’acquisto a prezzi agevolati su Maserati da 80000 a 120000 euro ? Attendo con fiducia le Sue riflessioni. Cordialità.