QUELL’INUTILE TEST DNA DELL’ONOREVOLE SILVESTRI

Che confusione, sarà perché ti amo. Inizio in questo modo, confuso a mia volta, volendo parlare di Rachele Silvestri, deputata di Fratelli d’Italia dai trascorsi incerti e ondivaghi, passata dal Movimento Cinque Stelle al Gruppo Misto e infine al sodalizio della Meloni, l’approdo attuale, forse momentaneo forse no.

Nessuna insinuazione in merito al casus belli che la riguarda, ma in fondo viene da pensare che il fare ballerino abbia istigato le malelingue, fino allo sconfinamento nelle faccende molto private.

Da qualche tempo, dice la Silvestri, qualcuno insinua che suo figlio non sia figlio del suo compagno, “del mio amato compagno”, e pare tra l’altro che la lingua maligna appartenga a un satanasso a lei adiacente, un compagno di partito, uno di quelli di lungo corso magari, che mal sopportano gli infiltrati o i saltimbanchi.

Illazioni, tutte illazioni naturalmente, e infatti la questione è altra cosa. Per mettere a tacere le insinuazioni, la Rachele dice di essere stata costretta al test del DNA, per dimostrare che adulterio non c’è stato, non procreativo almeno, e io la comprendo, sinceramente, anche se la costrizione è una scelta in realtà.

Ti alzi una mattina, ci dai dentro con il cotton fiocc, t’insaponi le ascelle, fai colazione, ti vesti, esci di casa e la prima cosa in cui ti imbatti è la serpe in seno, il calunniatore patentato, dove e quando non te l’aspetti, a sostenere oltretutto che l’illegittimo concubino è uno dei piani alti del tuo partito. Che vita è?

Però, mi viene da dire, sempre con la sensazione di fare sciapa concorrenza a “Novella 2000” che nemmeno so se esiste ancora: se la calunnia per te è tale e indiscutibile, perché umiliarsi sottoponendoti al test del DNA? Il tuo amato compagno a sua volta non avrà dubbi, immagino, e perché dovrebbe?

Oppure è proprio l’amato compagno a essere roso dal dubbio, nel qual caso io capirei anche lui, e pur senza forzare ti dà a intendere che il test non gli dispiacerebbe?

Alla Silvestri stessa, a un certo punto, scappa l’infelice dichiarazione: “Ho fatto il test del DNA anche se non avevo dubbi”. E quindi perché farlo, inducendo un po’ tutti a pensare che il dubbio c’era. E poi, se proprio il test vuoi farlo, perché non mantenerlo privato? Lo sai tu, lo sa il tuo amato compagno, il resto cosa conta?

Questo: perché fare il test, ma soprattutto perché rendere pubblico l’esito, perché mostrarsi vittime della calunnia e della malalingua, perché puntare il dito contro le insinuazioni, la stampa, il megafono, perché non fregarsene, a maggior ragione dopo la prova biologica?

La Rachele poi la condisce e la farcisce, la donna, il corpo della donna, la violenza, l’umiliazione e tutto quanto a seguire. Va bene, va benissimo, è una calunnia, una cattiveria, una ripicca, un colpo basso, ma proprio serviva l’acidodesossiribonucleico?

Che confusione, ma chissà se davvero c’entra l’amore.

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