QUELLI CHE MANGIANO SOLO ARIA

di JOHNNY RONCALLI – Io non è che lo sapessi. Può essere che questa cosa sia da tempo sulla bocca di tutti e che io come al solito arrivi cattivo ultimo, ma questa cosa che si può vivere senza mangiare è sorprendente.

“Sono 22 giorni che bevo solo acqua, un quarto di litro al giorno. Ma io sono al terzo livello, nel respirianesimo ci sono più livelli, il quarto prevede che non si provi più alcun bisogno di ingerire acqua o cibo”.

Così Nicolas Pilartz, 47 anni e fiero sostenitore del respirianesimo, gassoso movimento che sostiene di praticare l’alimentazione pranica, sarebbe a dire che chi vi aderisce si alimenta in sanscrito, o almeno così credo di aver capito. Si nutre d’aria insomma, che io spero almeno fritta ogni tanto, del resto lo diceva anche un famoso saggio, fritto è buono anche il cartone.

O grigliata, perché no? Un bel misto di aria di montagna, qualche etto di brezza iodata direttamente dai lidi più rinomati, infine una spolverata di fuliggine metropolitana, che dà un po’ di sale, una volta ripassati alla piastra anche gli idrocarburi più dispettosi diventano appetitosi e perdono quel nocivo non so che.

No, davvero, io scherzo, ma questi fanno sul serio. In realtà ogni tanto mangiano, non proprio come chi dichiara fasulli scioperi della fame o come un islamico che conobbi anni fa, il quale, pur dichiarando adesione al ramadan, incurante delle limitazioni orarie si imbottiva di pizza con tanto di dissacrante birretta al seguito.

Mangiano e non mangiano a intervalli prestabiliti a secondo del livello raggiunto. Qualcuno non poi così convinto lo immagino boccheggiare qua e là nella speranza di sgranocchiare una mosca, un moscerino, un insettino insomma, pratica del resto sdoganata anche dalla comunità europea.

Ora, finché non nuoce al prossimo, ognuno è libero di squinternarsi la vita e fare le scelte più bizzarre, se queste lo fanno stare in pace con sé stesso, mi pare un principio sacrosanto, anzi, sacrosanscrito, però mi permetto a mia volta di rivendicare il diritto di esercitare un poco di ironia, di fronte agli estremismi più innaturali. So che in estremo oriente vi sono santoni e guru ai quali da tempo si attribuisce la facoltà di vivere senza assunzione di cibo, ma farne una pratica, un movimento, un ennesimo –ismo è francamente artificioso, al limite anche un po’ ridicolo.

“Il cibo non è utile, ci nutriamo d’energia. A casa non ci sono più pentole”, così si esprimono due convinte discepole. Guarda tu pur di non cucinare cosa ci si inventa.

Di nuovo il profeta Nicolas Pilartz, quando gli viene chiesto come ci si accorge di essere respiriani: “In modo spontaneo, quello che è accaduto nella storia lo testimonia, come i santi cristiani che si nutrivano di spirito santo; anche loro hanno vissuto molti anni così, lo certifica anche la Chiesa. In Cina, in India, questo accade anche adesso. Me ne accorgo perché non sento l’esigenza di mangiare, è come quando sei innamorato, passano i giorni e non pensi a nulla, quando sei toccato da questo amore lo verifichi che il tuo corpo è in salute, vai avanti naturalmente ed entri in questo stato di comunione, di pura presenza”

Lui, il Pilartz, sostiene che in Italia ci sono diverse migliaia di respiriani, e io sono seriamente preoccupato. Molto seriamente preoccupato. Tra queste migliaia, molti avranno figli e i figli, si sa, combinano marachelle ogni tanto. Ecco, non vorrei che ogni tanto scappasse il provvedimento più crudele: stasera a letto senza aria.

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