QUELLA CHE SCAMBIA I VACCINI CON I LAGER

di JOHNNY RONCALLI – Dalle nostre parti il dibattito politico è già sufficientemente noioso, quando poi il dibattito politico diventa puro opportunismo assume toni quasi molesti.

Il politico appare ottuso perché presume che gli elettori non comprendano, che a loro vada fornita la chiave di lettura giusta, la sua ovviamente. E allora ricorre all’aulico, al profano, al becero, al sacro e al santo, a suo uso e consumo.

Qualche settimana fa Antonio Ferro, direttore del dipartimento di prevenzione della provincia di Trento, ricorda a tutti che è importante fare il vaccino, perché il vaccino rende liberi.

Io non so e non mi importa se il signor Ferro abbia pensato che la sua affermazione richiamasse il motto affisso all’entrata dei campi di concentramento tedeschi, non mi importa perché la sua affermazione è vera.

E il perché sia vera mi pare davanti agli occhi di tutti, anche di quel simpatico gruppo di operatori sanitari che fanno ricorso al TAR perché ritengono ingiusta la sospensione dal servizio finché non decideranno di vaccinarsi.

Francesca Donato, eurodeputata leghista, invece gioca con le parole, ma gioca imboccando l’entrata del bar sport, alludendo al presunto cattivo gusto e alla mancanza di rispetto da parte del signor Ferro.

Ci ha pensato solo lei, lei e qualche seguace opportunista, avevamo giusto bisogno di polemiche gratuite ed esegesi di partito.

Francesca Donato, la stessa che sosteneva l’utilizzo delle vitamine per combattere il Covid, la stessa che, oltre a provocare l’inevitabile risentimento dell’Auschwitz Memorial, rifiuta di scusarsi: “Scusarmi di aver evidenziato un grottesco e macabro slogan per la propaganda becera di farmaci sperimentali che “funzionicchiano”?”

E poi basta con le autoinvestiture, basta con questo insopportabile citazionismo parascientifico da mercato, se siete novax ditelo e facciamola finita. No, è tutto un distinguo, un sì, ma, però, forse, e intanto aspetto, non mi vaccino, vediamo.

A proposito di libertà, la signora Donato semplicemente dovrebbe attenersi al senso e al significato delle parole, anziché dare il via a subdoli giochetti.

Tra tutti, la meno libera pare proprio lei, prigioniera di una provocazione inutile e gratuita.

 

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