QUEL PRETE NO VAX TRA TOUR DISOBBEDIENTE E GIRARE A VUOTO

Quando uno lo spirito ecumenico ce l’ha nel sangue non lo puoi fermare. Quando trovi uno che vuole spargere la novella non lo puoi ingabbiare, e uno ha pure il diritto di scegliersi la novella che crede, a dirla tutta.

Don Emanuele Personeni, in quanto don, in quanto vicario parrocchiale della Chiesa di San Michele Arcangelo di Mapello, in provincia di Bergamo, detto così tutto d’un fiato, avrebbe anche titolo di raccontare la novella buona per antonomasia, ma i garretti han cominciato a scalpitare per un altro motivo, che a suo dire ha comunque a che fare con la verità. E beato chi ce l’ha in tasca la verità, mi vien da dire, o almeno nello zaino.

Don Emanuele Personeni è già stato quasi famoso tempo fa, non proprio famoso da isola, ma credo abbia accumulato abbastanza visualizzazioni da qualche parte, non so esattamente dove. Con altri due colleghi s’era messo in testa di raccogliere soldi per pagare tamponi e forse altro ancora alle famiglie no vax. E va bene. No, quasi bene, perché i bisognosi son tanti, milioni di milioni, e la raccolta fondi, per uno spirito cristiano, dovrebbe essere sistematica e ininterrotta e indifferenziata, a favore dei poverelli della città, o del paese, che non mancano mai, lo sappiamo. Ma è pur vero che uno si sceglie le cause che vuole e il don è uomo arbitro e senziente, ha pure i voti dalla sua, se si appassiona a un bisognoso piuttosto che a un altro vuoi fargliene una colpa?

Voglio dire, io una colpa gliela farei ma che ne so, in fondo mi dico che almeno aiuta qualcuno, anche se qualcuno non proprio sulla mia lista dei preferiti.

Lui, don Emanuele Personeni, ha fatto della difesa della libertà la causa sua, e dopo le sovvenzioni ai no vax ha deciso di mettersi in cammino, a piedi o in bicicletta rigorosamente, per esprimere solidarietà a chi si vede negato il diritto di utilizzare i mezzi pubblici perchè non è vaccinato. Ha deciso di mettersi in pellegrinaggio o, più prosaicamente, di andare in tournée, con l’intento di portare la sua novella a varie parrocchie, soprattutto a quelle infedeli.

Il messaggio, il verbo, è contenuto in lettere che lui consegna ai titolari delle parrocchie stesse, curati parroci o semplicemente devoti, e il senso è fedele alla linea, no all’obbligo vaccinale, no ai ricatti, no al green pass, sì al rispetto di ogni persona, sì alla libertà, sì alla nostra comune umanità e soprattutto no “alle profonde ingiustizie che col pretesto della pandemia vengono perpetrate”.

A parte il fatto che il verbo perpetrare dovrebbe essere cancellato dal vocabolario, ma qui siamo nel campo delle idiosincrasie personali: io penso, in tutta sincerità, che don Emanuele Personeni sia libero di organizzare tutte le iniziative che crede. Non mi piacciono e penso che la sua idea di libertà presupponga la morte indiretta di molte persone, penso che seguendo il suo modo di vedere le cose la mortalità infantile sarebbe ancora ai livelli del primo novecento, penso che confonda la libertà con il diritto di fare del male a sé e soprattutto agli altri, semplicemente. Ma dal momento che non usa armi di distruzione di massa, non direttamente almeno, dal momento che chi lo ascolta ha facoltà di decidere se dice stupidaggini o meno, e la stragrande maggioranza della popolazione lo pensa, per quel che mi riguarda può dare inizio a tutte le tournée che vuole. Dice la sua e ognuno dica la sua.

Certo, ancora va stabilito cosa ne pensi il Megadirettore Galattico di don Emanuele Personeni, che poi sarebbe il datore di lavoro supremo, talmente supremo e inarrivabile che nessuno può dire di averlo mai visto. Di sicuro sappiamo cosa ne pensa il capozona, monsignor Francesco Beschi, vescovo della diocesi di Bergamo, che lo ha sospeso dall’incarico nella parrocchia di competenza.

Poi, il don Personeni ha tutto il diritto di dare comunque il via al suo pellegrinaggio, alla sua tournée. Consapevole che ad accoglierlo potrebbe trovare quattro gatti o proprio nessuno. Magari gli indecisi sono corsi a vaccinarsi nel frattempo, se non sono morti.

 

 

 

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