QUEI GREEN PASS CRIMINALI NELL’ALTA SOCIETA’ DEI PIPPO FRANCO

Era sulla pala quotidiana mischiata al resto del carbone, quello che spinge la locomotiva della cronaca in un viaggio in cui ci perdiamo perché i paesaggi tetri scorrono veloci e non facciamo in tempo a memorizzare, a fotografare. Non ci sembra nemmeno valga la pena: sgorga spontaneo un fugace moto di stizza, di disgusto, poi si va avanti.

Sulla storia di quei nove green pass falsi sequestrati a Roma, però, vale la pena aprire il finestrino e soffermarci un attimo per capire quanto maleodorante sia quella discarica e quanto gretti siano i protagonisti della medesima. Un medico di base e un odontoiatra li hanno spacciati (riferisce il coordinatore delle indagini, il procuratore aggiunto Paolo Ielo) a manager, imprenditori, sportivi (!), “esponenti dell’alta società” tra i quali un ex magistrato, nonchè l’attore comico Pippo Franco (81 anni), che si era persino candidato alle comunali di Roma in una lista civica a sostegno di Enrico Michetti.

Quei due professionisti della salute erano in realtà pusher di QR code e certificati falsi di vaccini mai fatti, con i quali i consumatori drogavano i loro ingressi nei locali e negli uffici pubblici, mettendo a repentaglio il prossimo con disgustosa noncuranza. I Carabinieri del Nas li hanno smascherati e accusati, ora toccherà ai giudici stabilire grado di colpevolezza e pene adeguate che, a mio avviso e ad avviso di ogni persona civile, dovrebbero ricalcare quelle comminate a portatori di AIDS che lo hanno nascosto ai partner, perché di questo si tratta. La criminalità è sempre un’azione a danno di qualcuno, non esistono reati che non danneggino il prossimo: esiste solo un livello di tollerabilità che questi fuorilegge hanno ampiamente superato.

Non è più questione di novax o posizioni affini, al contrario: qui siamo di fronte a delinquenza pura, a un’irresponsabile, vergognosa incoscienza esercitata attraverso la menzogna, il sotterfugio più bieco. Conosco persone che hanno paura del vaccino, ne conosco diverse, alcune sofferenti di qualche patologia. Avevano due direzioni, soltanto due, e ne hanno percorsa una secondo il proprio comprensibile stato d’animo: vaccinarsi comunque o rinunciarvi, dichiarandolo e facendo a meno del green pass loro malgrado. Ma è gente onesta, niente a che vedere con quel medico di base, quell’odontoiatra e i loro clienti tossici riguardo al rispetto per la vita altrui e casomai per la propria.

Vorrei poter chiedere a uno di quegli sportivi indagati dov’è finita la mens sana nel loro corpore sano. Vorrei poter chiedere a quegli indagati dell’alta società quanto disprezzo hanno verso la bassa società. Vorrei chiedere anche a Pippo Franco e alla sua anima politica se avessero in mente di scrivere un monologo su questa truffa smascherata, ma non mi pare ci sia parvenza di comicità in questa vicenda, anzi deprimente. Triste per loro, soprattutto, ma anche per noi che non smettiamo mai di viaggiare su quel treno.

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