QUANTO PUO’ ESSERE MORTA UNA SCUOLA CHE SOSPENDE LA MAESTRA PER UN’AVEMARIA

Nell’anno LXIII di sua vita, Marco Cimmino, al cospetto di eventi che lo lasciano a bocca aperta, ha deciso di immortalare nella pietra simbolica della Rete, le sue ultime considerazioni circa il genere umano. Egli sa e premette che quest’epoca di nuova barbarie, indicata da taluni come Kali Yuga e da talaltri come avvento dell’Anticristo, altro non è che il distillato di antiche stupidità, attraverso l’alambicco di una sempre crescente ignoranza. Pur, tuttavia, egli ritiene di dover dare corpo e sostanza a queste sue modestissime scoperte, affinchè qualcuno meno fesso di lui se ne possa valere.

La prima è che la stupidità è del tutto contagiosa e che si trasmette rapida ed esiziale, al pari di un qualche pernicioso morbo: dite o fate una cosa stupida e, immantinente, troverete proseliti ed emuli. La seconda è che non pare esservi maggior fanatismo né fede più superstiziosa di quella di coloro che dicano di lottare acerbissimamente contro ogni superstizione. La terza è che, nel mondo dei folli, ogni forma di saggezza o di buon senso sia bandita, fino a postulare eretico il proclamare che il cielo è azzurro e l’erba verde.

Egli, il Cimmino, ne ha viste tante e di tutti i colori, nella sua lunga vita, spesa a correr dietro ai riccioli di nuvole nel vento e ad inciampare in ogni cantone: ma di rado gli è accaduto di vedere tali e tante scempiaggini, come in questo scampolo di presente. Ultima, ma non ultima, la notizia della temporanea sospensione dall’insegnamento di una maestra sarda, rea di aver recitato delle preghiere insieme ai suoi alunni.

Marco Cimmino ha lavorato lungamente nella scuola e ne conosce, ahilui, le nefandezze e gli ossimori: ha dedicato loro centinaia e centinaia di pagine, perloppiù inutili, lamentando l’insensata deriva che l’istruzione ha intrapreso, con navigazione di giorno in giorno più celere, verso l’orlo dell’abisso. Oggi, però, perfino la sua anima, stanca ed esulcerata, insorge, di fronte a quello che è qualcosa di più di un insulto a tradizione e cultura, ma che offende le radici stesse del nostro esistere come uomini e come europei. Non griderà, Cimmino, perché i suoi polmoni non hanno più fiato per intonare sulla piva un inno di guerra: sussurrerà, piuttosto, come fanno i vecchi.

La scuola è laica per definizione e per status: laica non vuol dire iconoclasta, sibbene rispettosa di ogni posizione ideale e di ogni credo. Includere, questa magica parola, rubata e storpiata da legioni di imbecilli votati al sapere, significa tollerare, ammettere, conoscere, rispettare. Non dividere il mondo in credenze buone, come quella in una scienza ritenuta una sorta di superdivinità, o cattive. Né censurare, mai, se non ciò che contraddica alla legge. Recitare una preghiera con dei bambini, forse, potrà rappresentare una novità, in questa scuola disanimata e burocratica, ma non è un insulto per nessuno e può solo accrescere la capacità inclusiva o, se preferite, l’umanità dei piccoli.

Pure due mamme si sono sentite offese e hanno denunciato. Già, denunciato, il Cimmino tende, per sua forma mentale, ad associare questo termine a delazioni e a sibilanti sospetti, più che alla sana rivendicazione di un diritto leso. Le mamme denunciano una maestra, perché ha pregato coi loro figlioli: altrettanto, immagino, non avrebbero fatto al cospetto di vagine di plastica e di suggerimenti omoerotici, in qualche modernissimo ed ammirato corso di educazione sessuale. Lungamente emarginato e censurato, Cimmino mai si sognerebbe di emarginare e censurare qualsivoglia lezione su come masturbarsi da piccini: magari, volterebbe la testa altrove, ischifito, ma ingoierebbe il rospo, senza recerlo. E così, però, per la miseria, vorrebbe che fosse per una preghiera.

Una preghiera, capite? Un gesto di comunione rappresentato come un illecito procedurale, quasi fosse un’assenza ingiustificata o chissà quale sconcio didattico. In una scuola che permette ad insegnanti in gita scolastica di andare a letto con gli alunni, dopo essersi beatamente drogati in compagnia, senza fare un plissé. Tant’è che la colpevole ancora insegna. Chissà, pensa Cimmino, cosa avranno pensato le mamme dei giovanotti concupiti dalla professoressa? Ma qui non si tratta di eclissare un male evocando un male peggiore: si tratta di dipingere il bene come se fosse un male.

Sia Kali Yuga o Apocalisse, non si possono sovvertire le aspirazioni al divino degli esseri umani, gabellandole come attentati alla laicità. La quale laicità si è rivelata la più insidiosa, irrazionale, incattivita delle superstizioni, laddove avrebbe dovuto rappresentare un canto di libertà universale.

Così, Marco Cimmino, nell’anno LXIII di sua vita, vi maledice, laici da strapazzo, figli di un dio cieco e stupido, nemmeno lo avesse creato H.P. Lovecraft. E prega di non arrivare a vedere l’epilogo di questo carnevale: una Cage aux Folles che precede un’interminabile penitenza. Una inevitabile Quaresima.

2 pensieri su “QUANTO PUO’ ESSERE MORTA UNA SCUOLA CHE SOSPENDE LA MAESTRA PER UN’AVEMARIA

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Trovo questa posizione estrema, come estremo è stato il provvedimento verso la maestra, la denuncia delle mamme. Direi che avrei chiesto al Preside un provvedimento per far capire alla maestra che non si fanno preghiere in classe né si porta acqua od olio santo per benedire i bambini (o farli giocare alla benedizione) in una scuola pubblica dove il momento didattico della materia serve alla materia. E se la materia è religione deve seguire il programma stabilito dall’insegnante titolare. La tolleranza non può assumere significati diversi a seconda di chi gioca. Se la supplente fosse stata musulmana ed avesse fatto inginocchiare i ragazzi per mostrare la posizione della preghiera musulmana cosa sarebbe accaduto? Si, lo so, siamo in un paese cattolico, ma vi prego lasciate che la scuola rimanga laica. Mi pare già che la religione cattolica si molto ma molto privilegiata delle altre nello studio. Certo mi spiace per la maestra comunque, perché 20 giorni di sospensione sono ridicoli per eccessività. Bastavano un paio o addirittura solo un richiamo scritto, se era la prima volta. Se penso che gli insegnanti colpevoli di atti di pedofilia spesso li spostano si da un istituto, ma per piazzarli in un altro….li i genitori ignari dormono sonni tranquilli. Incredibile.

  2. MAURO dice:

    Misure draconiane inutili di gente che non ha nè la cultura necessaria nè l’intelligenza manageriale per ricoprire certi ruoli. L’impossibilità di ragionare valutando tutti gli aspetti che è tipica dell’ignoranza dei giorni nostri.

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