QUANTO E’ CHIARO PUPO

Io non so se anche tutta questa faccenda sia “Open to meraviglia”. Resta inteso che l’intrigo politico-internazionale è rientrato. Abbiamo appreso ufficialmente che Pupo non andrà più al Festival di Putin.

Titola il “Corriere.it”: «Non andrò più a Mosca, vi spiego perché». Un lettore normale pensa di trovare finalmente esplicitate le ragioni della rinuncia, ma al di là del titolo (complimenti ai colleghi), non si riesce proprio ad andare. Almeno: non ce la faccio io, che avrò dei problemi. Questa la cosiddetta spiegazione: «È successo l’imprevedibile, l’impossibile intorno alla mia eventuale partecipazione al festival Road to Yalta. In virtù di riflessioni e assorto nei miei pensieri nel viaggio che sto facendo da Lugano verso la città di Spa, in Belgio, dove mi fermerò per qualche giorno a risposare e ancora a riflettere, ho deciso di non partire per Mosca. Il motivo? Non certo per le polemiche e per tutto ciò che è accaduto in questi giorni, ma per un fatto che vi spiegherò più avanti. Sono molto chiaro con tutti…».

Sono molto chiaro con tutti, dice. E per fortuna che non è confuso. Personalmente, chiedo al primo italiano che riesce a capire tutta questa chiarezza di farmi un fischio, così ci arrivo anch’io.

Per il momento, di questo Pupo molto chiaro con tutti, a me risulta chiaro solo questo: che è capace di “riflessioni e di essere assorto nei pensieri”, per me novità assoluta, e che soprattutto Pupo si esprime col tono del capo di Stato davanti al mondo col fiato sospeso. Però ha ragione lui: in pochi giorni l’abbiamo fatto diventare l’uomo copertina della cronaca – magari della storia – italiana. Per dire come siamo messi e quale sia ormai il nostro livello, quanto a temi di discussione pubblica.

Cedo e mi arrendo. Per me la questione finisce qui. Non mi interessa neppure sapere il vero perchè della retromarcia di un personaggio che voleva essere cantante, ma si è ritrovato nella piena maturità a vendersi da Baudelaire d’avanspettacolo, esibendo la sua vita di rovinoso gioco d’azzardo e di convivenza con moglie e amante nella stessa casa (a Pù, per fare il Baudelaire maledetto bisogna avere il fisico, tu non ti sei mai spinto oltre il gelato al cioccolato).

In ogni caso, chiudiamola qui. “Open to meraviglia”. Resta solo la grande amarezza per l’occasione persa: poteva essere la volta buona per liberarcene, invece ce lo dobbiamo tenere. Niente Putin per Pupo, Pupo resta qui. Alle volte Putin si può persino invidiare.

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