QUANTO CI PIACE IL SARCASTIC MAT

di TONY DAMASCELLI – Potremmo anche ribattezzarlo mister Serge Rolling Pin, senza ricorrere al farlocco esame di inglese all’università del Devonshire. Trattasi insomma della traduzione, made in UK, di Sergio Mattarella, il capo di tutti noi, il presidente della Repubblica che, con grandissimo fair play and english humour, ha rispedito al mittente le parole di mister Johnson, al secolo premier inglese. Il quale, rispondendo alla questione di un laburista sul perché tedeschi e italiani abbiano un numero di contagi inferiore a quello britannico, aveva spiegato che loro, gli inglesi, da trecento anni sono depositari della libertà e della democrazia e, quindi, sono contrari a uniformarsi alle regole e disposizioni. Ma va? Basta con le code ordinate alla fermate del bus? Basta con gli inchini e le riverenze alla regina e alla sua corte?

Rolling Pin non ha aspettato un minuto. Raggiunta Sassari, per celebrare la memoria di uno che aveva oltre al piccone anche tanto di quello spirito da mettere via le ciliegie per l’inverno, dico Francesco Cossiga, ha replicato: “Anche noi italiani amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore anche la serietà”. In breve, non siamo mica pagliacci come certi personaggi che, a parte la paglia in testa, prima avevano irriso all’evento, poi si erano iscritti al clan dei negazionisti sulla gravità del virus, per lanciare infine l’allarme (“Devo essere onesto con il mio popolo, molte famiglie perderanno i loro cari prima del tempo”) e quindi ammalarsi loro medesimi.

Mister Mattarella è volato altissimo e poi è sceso in picchiata come uno Spitfire, centrando l’obiettivo. Gli italiani sono un popolo di gente seria, basta con le storielle di Winston Churchill sulle nostre cattive abitudini. Con l’aplomb di un vero lord, Sergio Mattarella, dato per disperso o non pervenuto nelle reazioni e commenti internazionali, ha indossato il bowler hat, nel senso di bombetta, e sistemato mister BoJo. Dal Quirinale è tutto, passo e chiudo.

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