QUANT’E’ STUPIDO FUGGIRE SEMPRE SE UN AMORE E’ FINITO MALE

Ho ascoltato spesso persone che, dopo la fine dolorosa del proprio matrimonio, affermano con convinzione che preferiscono stare alla largo dall’altro sesso, rinunciando ad altre relazioni importanti e dedicarsi esclusivamente ai compiti genitoriali. Dicono: “Io con gli uomini (o con le donne) ho smesso”. Tale scelta è sbagliata, sia dal punto di vista personale che nei confronti dei figli, a cui implicitamente viene insegnato che le relazioni affettive sono sostanzialmente pericolose.

Proprio ieri ho incontrato un paziente di 55 anni, divorziato da 5 anni, depresso anche per la recente morte della madre, che mi ha raccontato come non intenda più intraprendere nuove relazioni sentimentali. Anche con lui ho usato la metafora della pizza.

“Mi perdoni se l’accostamento può sembrare offensivo o banale. Immagini di essere andato a cena ed aver mangiato una pizza cattiva. A causa dei cattivi ingredienti, ha trascorso una nottataccia con nausee e diarrea. L’indomani, solo a sentir parlare di pizza, si sente male. Ricorda l’odore di frittura con disgusto e in questo frangente sicuramente avrà pensato: io con la pizza ho chiuso. Non ne mangerò più in vita mia. Mi segue?”.

“Certo, sarebbe una reazione normalissima”.

“Eppure sarebbe un errore se tale convinzione durasse nel tempo. All’inizio è giusto allontanarsi da ciò che ci ha fatto male, ma una reazione estrema è sbagliata. Dovremmo intanto riconoscere che a noi in realtà la pizza piace e non è giusto rinunciare a questo piacere, solo a causa di un unico pizzaiolo disonesto. I più saggi riescono perfino a fare autocritica, riconoscendo che se hanno sbagliato pizzeria è un po’ anche colpa loro, che si sono fidati di prezzi eccessivamente bassi, o non hanno voluto leggere le recensioni o altro ancora”.

Questo approccio in genere funziona. Quello che la metafora suggerisce è di non confondere il singolo caso con l’intero genere e che nella vita non si può essere guidati solo dalla paura di soffrire. Bisogna provare a cercare ciò che ci fa star bene, ma se evitassimo tutto ciò che potenzialmente può ferirci non dovremmo investire in nessuna relazione. E’ un cattivo insegnamento da non trasmettere ai figli, ai quali solo inizialmente può far comodo l’iperimpegno genitoriale. Eppure la risposta del paziente di ieri mi ha spiazzato…

“Dottore, lei è un mago”.

“Addirittura. E perché mai?”.

“Mia moglie, anzi la mia ex moglie, si chiama Margherita… Lei mica già lo sapeva, vero?”.

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