QUANT’E’ SQUALLIDA LA SPECULAZIONE POLITICA SUL CARO-AFFITTI UNIVERSITARIO

Pronti, partenza, via. Una ragazza pianta la tenda e il politico subito si accaparra la causa. È colpa vostra, dice il ministro, non avete fatto nulla per i giovani, ora proviamo a rimediare ma ci vorrà tempo. Colpa della destra liberista rispondono gli altri, come al solito non vi interessano i più deboli, i più squattrinati. E via così, col doppio passo, finora non s’è fatto nulla, ma ora vi facciamo vedere noi, perché la causa da sempre ci sta a cuore.

Parlo delle proteste per i carissimi alloggi degli studenti ovviamente, parlo del fatto che ora piovono le solite cretinate di parte, parlo del fatto che fino alla comparsa dei riflettori tutti se ne sono fregati, a destra come a sinistra.

Come mai alcuni politici siano così ottusi, a me risulta incomprensibile. Come facciano a essere così ottusamente inconsapevoli dell’effetto che provocano in chi li ascolta, della sensazione immediata di opportunismo che le loro parole innescano, a me risulta inspiegabile.

L’ultima straordinaria uscita di parte è del ministro dell’istruzione e del merito Valditara, il quale ci informa che il problema esiste in particolare nelle città con giunta di sinistra, colpevoli di non avere politiche giovanili adeguate. Intuitivamente, una delle cretinate del secolo. Le più grandi città italiane, con gli atenei più prestigiosi e incidentalmente con giunte di centrosinistra, hanno i prezzi più alti perché in quelle città il costo della vita è più alto e l’attrattiva genera comportamenti che tendono ad approfittare delle condizioni. E se è vero che l’incremento dei costi per gli affitti delle camere per gli studenti è in esorbitante ascesa da anni, questo è da imputare a tutti quanti, nei Comuni come al governo centrale, alla sinistra come alla destra, che certo non ha brillato per agevolazioni e calmieri e certo non ha messo in luce il problema quando era sottotraccia.

A far sorridere ancora di più, a corredo e compendio, arriva in soccorso il sodale leghista, nonché leader, Matteo Salvini. Scopriamo che il problema soggiorna nel suo cuore da tempo. Viene da chiedersi, forse da sempre? «Nel mio ministero ci sarà una Direzione ad hoc», ad hoc sarebbe dedicata alla questione degli alloggi degli studenti. Ci sarà, a breve, tra poco, tra un po’, perché prima non c’era, ci lascia intendere.

E invece no, c’era già e lui non lo sapeva e del resto lui non può sapere tutto, è solo il ministro, mica il padreterno. La «Direzione generale per l’edilizia statale, le politiche abitative, la riqualificazione urbana e gli interventi speciali» servirebbe anche a quello, ma ora che tutti i fari sono puntati sulla questione vuoi mettere una bella Direzione per le camere in affitto degli studenti? La figuraccia è palpabile, ma al cuore non si comanda.

La Lega: chi non se la ricorda per le crociate contro gli affitti alle stelle, chi non la ricorda a fianco degli studenti che protestano per gli affitti fuori controllo?

Il politico è veramente perfido e opportunista, tanto vale lo ammetta. A dirla in questo modo suona qualunquista, l’erba tutta in un fascio, ma questo è: il rappresentante del popolo che regolarmente disattente le aspettative di obiettività, di equilibrio, di analisi. Il rappresentante del popolo che diventa come il tifoso della curva, di parte. Ogni causa è una sposa possibile, pur di rinfacciare demeriti alla parte avversa e pur di prendersi i meriti di quello che si farà, forse, e pazienza se servono una tenda e un Tg a ricordarsi del problema, tutti comunque ci diranno che in tempi non sospetti loro ce l’avevano detto.

La morale sarebbe semplice, banale, ed è vero, qualunquista: ammettere che il problema, questo come tanti altri, non ha avuto l’attenzione che meritava, ammettere che non è stata dedicata attenzione alla faccenda ed è ora di metterci testa e cura. Tutti, a destra come a sinistra.

Il problema sarebbe essere franchi e leali con sé stessi e con chi si rappresenta, ma è chiedere troppo, ammettiamolo. Forse, servirebbe giusto giusto una Direzione ad hoc. Oppure, semplicemente, il piacere dell’onestà.

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