Una notizia sorprendente, che riguarda le energie rinnovabili, e nello specifico il fotovoltaico, è stata pubblicata pochi giorni fa negli Stati Uniti dalla rivista specializzata PV Magazine.
Imprevedibilmente, nel 2024, gli impianti solari statunitensi hanno perso la ragguardevole cifra di 10 miliardi di dollari, nello specifico 5.720 per MW, a causa delle prestazioni insufficienti delle apparecchiature.
L’articolo prende spunto da un rapporto di Raptor, che segnala una riduzione dell’efficienza degli impianti fotovoltaici a causa soprattutto di guasti agli impianti e danni causati da condizioni meteorologiche estreme.
Il rapporto segnala che le perdite di potenza sono aumentate notevolmente dal 2020, passando dall’1,84% al 5,77. Per contestualizzare, un sito da 100 MW che registra una sottoperformance del 5,77% dal secondo anno di attività fino alla dismissione vedrebbe il tasso di rendimento interno del progetto scendere di 249 punti base, sempre secondo Raptor Maps.
Un altro problema evidenziato è stato il crescente divario tra l’implementazione solare e la manodopera impiegata. La capacità energetica è aumentata del 182% dal 2018 al 2023, ma l’occupazione è incrementata “solo” del 91% nello stesso periodo, secondo i dati di IREC.
I rischi meteorologici estremi variavano ampiamente a seconda della regione interessata, ma i più impattanti hanno riguardato grandine e trombe d’aria.
Il rapporto instilla un primo, ma significativo dubbio, sulle reali potenzialità, quanto meno economiche, di questa tipologia di produzione di energia da fonti rinnovabili.
La strategia di sostituire progressivamente le fonti fossili con quelle rinnovabili è largamente condivisa, ma occorre fare degli opportuni distinguo.
Lo studio americano rileva come l’operazione non sia scevra da rischi, come qualcuno cerca di dimostrare, ed in quest’ottica l’occupazione di terreni agricoli con impianti foto o agrivoltaici appare rischiosa sotto diversi punti di vista.
Per gli imprenditori del settore energetico, perché i conti non sono più così certi ed i costi delle polizze per l’assicurazione degli impianti rischiano di elevarsi a dismisura.
Per gli agricoltori, e mi riferisco soprattutto a coloro che, legittimamente ed anche comprensibilmente, cedono in locazione i loro terreni, perché dovranno valutare con molta attenzione la sicurezza e la solvibilità dei loro locatari, onde evitare sgradevoli sorprese.
Certamente chi trae un danno dall’occupazione di terreni agricoli con impianti fotovoltaici è la nostra sicurezza alimentare, ma questo, per le aziende dell’energia, è un dettaglio di poco conto. Continuiamo a non capire perché prima di occupare i suoli agrari non si installino questi impianti su aree industriali, tetti, aree dismesse, etc.
Per non considerare la devastazione di interi paesaggi che vengono offesi dalle distese di questi pannelli.
E questo è un dato incontrovertibile.
Mai come in questo caso l’occhio PRETENDE la sua parte.