QUALCUNO AVVERTA LA SANTANCHE’: SONO ARRIVATE PRIMA LE RUSPE DEGLI ELICOTTERI

Non servivano gli elicotteri, bastavano le ruspe. Però bisogna che qualcuno lo dica alla ministra Santanchè, arrivata a Cogne all’indomani dell’alluvione che ha isolato il borgo, portando in sede di protezione civile la sua idea briatora, ascendente Twiga, “noi non stiamo a piangere e a chiedere sussidi, noi pensiamo a soluzioni innovative, porteremo i turisti a Cogne in elicottero…”.

Come no. Loro di solito fanno così, e che ci vuole, devi spostarti e prendi l’elicottero, cosa ti costa, è un attimo. Sono le soluzioni degli uomini e delle donne di successo. Trecento euro a capoccia e si sale a Cogne, non c’è come dirlo, a noi le alluvioni e le strade spazzate via fanno il solletico, noi abbiamo sempre soluzioni innovative. Vuoi dirmi che al giorno d’oggi un impiegato con moglie e figli non ha mille euro per una gita a Cogne?

Difatti. Tempo un paio di giorni e l’alluvione ha spazzato via anche la Santanchè con le sue soluzioni geniali. L’hanno ritrovata a fondovalle, sepolta dal ridicolo. Nel frattempo, la gente normale, tecnici e sindaci che si sporcano le mani, ha messo in piedi la soluzione magari non proprio innovativa, comunque risolutiva, tant’è vero che le ruspe hanno già superato lo sbarramento e sono arrivate a Cogne. Questa la notizia del Corriere.it: “I primi escavatori arrivati da Aosta aiutano a liberare Cogne. Alle 10 di questa mattina il primo convoglio di mezzi è arrivato nella località della Valle d’Aosta gravemente colpita dall’ondata di maltempo di fine giugno. Si tratta di cinque escavatori e un autocarro Dumper, che hanno seguito un percorso complesso ma, adesso, possibile e provato”. Servirà ancora una settimana di lavoro, poi Cogne sarà di nuovo raggiungibile dalla strada (scavata accanto alla vecchia).

Magari la Santanchè ci tornerà in elicottero, tra un processo e l’altro per falso in bilancio e truffa allo Stato, ma la gente normale potrà come sempre usare le proprie auto e le proprie moto, le proprie bici e i pullman di linea, senza svenarsi per il viaggio hollywodiano ipotizzato dalla ministra.

Forza Cogne, la ripresa è più vicina. Grazie al realismo, non certo grazie alla sala operativa del Twiga. Dalla storia emergono due verità inconfutabili. La prima: di frane e alluvioni è meglio che non si occupi il ministero del Turismo, ma quello delle ruspe. La seconda: se poi il ministro del Turismo è la Santanchè, meglio legarla alla sdraio del suo gazebo e farle servire un mojito, a lei e a chi l’ha fatta ministra.

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