PRIVILEGI E PRIVILEGIATI NEL SUPERGIRO DI SUPERTADEJ

Il Giro dei privilegi e dei privilegiati. Far parte della carovana è un piacere, un orgoglio, c’è chi si vive questo status con serenità e chi lo interpreta con l’italica arroganza dell’accreditato.

In varie vesti ne ho vissuti 36, sono vaccinato a tutto, tuttavia nelle ultime stagioni la deriva si fa preoccupante, suggerisco ai vertici di RCS di prestare maggiore cura a chi affidano i vari servizi, loro in primis non ci fanno una gran bella figura. Per la sesta volta ho collaborato con la piccola e affiatata squadra di Radio Rai, un gruppo di professionisti animati dal sano spirito di squadra utile e necessario per svolgere al meglio il servizio affidato.

Mi permetto delle personali considerazioni, pertanto vado con l’elenco dei privilegiati.

Il Giro stesso è il primo privilegiato; aleggiava fin dalla partenza il timore che il favorito, TP, Tadei Pogacar, corresse con il bilancino in tasca, limitandosi all’ordinaria amministrazione con l’intento di salvaguardare le forze per il Tour, lo scomodo antagonista che, forse, i vertici di RCS iniziano a capire come affrontare senza inseguire un modello irraggiungibile. TP invece non solo vince dominando, ma convince, persuade e, auspichiamo, ispiri tanti giovani ad avvicinarsi a questo meraviglioso sport.

Dopo 2 edizioni, 2022 e 2023, in cui si è vissuto nella quotidiana ed inutile attesa di un acuto arrivato solo alle battute finali, finalmente il Giro 2024 costringe gli italiani ad alzarsi dal divano e dal sonnacchioso torpore in cui la corsa li faceva sprofondare, per scendere in strada ad applaudire. Se lo meritavano un privilegio anche se, va riconosciuto, le centinaia di migliaia che si godono l’evento con serenità, nemmeno nei periodi di vacche magre hanno fatto mancare il loro affetto. Al contrario di poche dozzine di fanatici idioti all’affannosa ricerca di visibilità, nei modi più assurdi e pericolosi, che possiamo tranquillamente paragonare a quei soggetti dotati di accredito che vivono l’evento con l’arroganza di chi non sa rispettare il lavoro altrui.

Tra i privilegiati ci sono poi certamente i media, hanno positivamente risentito di una corsa spettacolare e di un fuoriclasse che l’ha dominata, non sono mancati gli argomenti e i temi da trattare, considerati anche i giovani italiani che il grande pubblico ha scoperto, direi che il privilegio è manifesto. Faccio parte di questa categoria e raccontare agli ascoltatori di Radio Rai, le imprese di TP e dei protagonisti della corsa, lo considero un emozionante e autentico privilegio.

Ultima categoria di privilegiati; i corridori, proprio loro, i compagni di gruppo di TP, quelli costretti ad incassare cazzotti per 3 settimane. Si è discusso per giorni dell’atteggiamento cannibalistico della Maglia Rosa, vendicativo a tal punto da andare a rischiare di farsi male a Napoli con l’intento di non far vincere la tappa a Narvaez, reo di averlo battuto dopo averne sfruttato il lavoro sul traguardo di Torino, impedendogli di indossare la Maglia Rosa dal primo all’ultimo giorno. Suggestioni e malizie, non ne ho sentito uno lamentarsi, anzi, in diverse occasioni ha trovato squadre che hanno lavorato per lui. Penso, ne sono convinto, che si sentano privilegiati anche loro per condividere l’epoca attuale con un fenomeno come TP, a tal punto dall’essere pronti a scansarsi se ce ne fosse la necessità.

Da oggi i magici privilegi vissuti vanno in archivio, nella speranza di viverne presto altri con la stessa intensità e con la stessa serenità.

Grazie TP, grazie Giro, grazie a tutti i protagonisti e alle storie che ci avete raccontato.

  • SILVIO MARTINELLO E’ CAMPIONE OLIMPICO AD ATLANTA ’96

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