PREGHIERA (LAICA) DI NATALE

E sarà Natale anche stavolta, nonostante. Per via della nuova abitudine di attualizzare l’evento, quest’anno ci saranno quelli che faranno il presepe dentro simil-macerie di guerra, per evocare l’ultima fesseria (solo in ordine di tempo, mai più in assoluto) dell’uomo, questa feroce aggressione della Russia dentro casa Ucraina (caro Papa, abituiamoci a chiamarla così, con il suo semplice nome: se continuiamo a parlare vagamente di guerra possiamo perdere di vista la sostanza della questione).

Ma sì, ammettiamolo: anche senza allestire presepi allegorici nelle simil-macerie ucraine, tutti comunque un retropensiero lo avvertiamo, un’idea imprecisabile e indefinibile che porta però a Putin, il malvagio del momento, carogna e sanguinario quanto basta per tirarsi addosso tutti gli anatemi del mondo.

Certamente sarà Natale anche per Putin, certamente sta in piedi la nostra speranza che in qualche modo il suo cuore legnoso ne resti toccato, ma dopo tutto faremmo anche bene a liberarci in fretta di questa dedica e di questo pensiero, del tutto nuovi e particolari per l’edizione 2022 del Natale.

In realtà, il Natale torna come sempre portandosi dietro il suo classico patrimonio di domande e di sollecitazioni intramontabili. Certo stanno sempre in piedi i nostri imbarazzi – più o meno sinceri, più o meno ipocriti – per i lussi, le spese, l’opulenza, gli sprechi, proprio nell’anniversario della semplicità e della sobrietà fatta persona. Certo stanno sempre in piedi le nostre sgangherate recite a sembrare tutti più buoni e più santi, almeno per un giorno, almeno a livello di impegno e di promessa. Però, anche stavolta, puntualmente, qualcosa di più e di meglio dovremmo inventarci e riprometterci.

Visto che siamo nell’epoca delle guide su tutto e per tutto, tv ristoranti acquisti, senza avere la pretesa di fare l’influencer propongo qui un ripasso collettivo su come potrebbe (dovrebbe) essere davvero il Natale.

Da un punto di vista operativo, primo consiglio è trascorrere questo tempo il più possibile con le persone che davvero amiamo e consideriamo, quelle realmente importanti nella nostra vita, non tanto per fare del settarismo elitario e selettivo, ma per ritagliarci un giusto tempo di confronto ideale e affettivo con chi conta (non in generale, nelle gerarchie sociali: dico nel nostro spirito). Come diretta conseguenza, scappare dalle riunioni convenzionali e formali, messe in piedi col massimo dello spiegamento coreografico di luci e candele solo per usare il Natale come occasione di recitate carrambate, di famiglia e di lavoro (non dimentichiamo che proprio per questo il tasso di liti furibonde nelle adunate di Natale è altissimo, forse il più alto dell’anno).

Ma una volta esaurito il capitolo pratico, sarà meglio concentrarci tutti su quello molto più decisivo, a un livello superiore, quello squisitamente ideale. Direi che la questione non riguarda solo i cristiani variamente declinati, ma anche e forse soprattutto gli atei e gli scettici. Per tutti, si festeggia lo stesso compleanno, cioè la nascita di un Uomo oggettivamente straordinario. Ci siamo appena sfiniti di lodi sperticate per i 700 anni dalla morte di Dante, potremo bene dedicare qualche riguardo ai 2022 anni dalla nascita di questo brav’Uomo. Lasciamo pure perdere l’interrogativo se sia o non sia figlio di Dio: questa risposta fa parte del mistero, per definizione un qualcosa fuori dalla portata umana, che qui e adesso su questa terra non è possibile chiarire, salvo crederci – per chi voglia, per chi riesca – in buona-fede. Restiamo al fatto concreto e alla materiale sostanza: Natale ci ripropone a capotavola un personaggio capace di sconvolgere davvero la storia e il mondo, qualcuno del genere niente è più come prima, c’è un prima e c’è un dopo. Lo so, ci andiamo sempre piuttosto leggeri con questa definizione, diciamo molte volte che qualcuno ha cambiato la storia e il mondo, nel bene e nel male, da Giulio Cesare a Napoleone, da Carlo Magno a Hitler, parlando di faccende pratiche, ma anche da Socrate a Seneca, da Francesco a Voltaire, elevandoci un po’ nelle sfere del pensiero. Lo diciamo spesso, per tanta bella – o brutta – gente, ma nessuno può negare che non è mai così vero come quando si parla di Gesù Cristo. Non tanto e non solo perchè si è detto figlio di Dio, ma prima ancora per quello che semplicemente ha detto. E’ la sua parola – espressa logicamente in pensieri, opere e opinioni – che davvero ha scaravoltato il mondo dalle sue origini e dalle sue fondamenta, e solo per questo, almeno a Natale, tutti dovremmo smetterla di pensare solo ai regali e agli inviti, ai centrotavola e ai menu, ripensando piuttosto a quella sconvolgente rivoluzione ideale caduta sulle nostre teste Duemila anni fa, senza lasciare più niente nello stesso modo e nello stesso stato.

Infine, il proposito. Tutti puntualmente chiederemo che questo Bambinello, stavolta, restituisca un minimo di umanità e di lucidità a Putin, per chiuderla qui con il più delirante massacro della civiltà moderna (anche se non è proprio così chiara, la classifica: altri, pure peggio, vedi Siria e vedi Africa, sono ugualmente deliranti). Buona norma pregare e chiedere per restituire la pace al mondo. Ma dopo tutto dovremmo anche abbassare le pretese, rinculando dalla grande politica estera per tornare di corsa al nostro intimo e al nostro privato. Proprio a Natale. Soprattutto a Natale. Prima ancora di chiedere il deponete le armi in Ucraina, dovremmo pregare per deporre le armi con noi stessi. Pregare per finirla con le nostre ipocrisie, le nostre convenzioni finte e vuote, con le nostre maschere sociali, con il nostro conformismo di maniera e il nostro opportunismo furbetto, con questa nostra ossessione di apparire come pensiamo che la gente ci voglia. Magari tenendo sempre presente che conta il giudizio di Dio, non quello degli uomini.

Natale non è Natale per niente. Natale è per cercare la pace, è per ritrovare un tempo di pace. Per cercare una tregua, certo. Tra Putin e l’Ucraina, incidentalmente. Ma sempre e soprattutto dentro di noi: per essere se Dio vuole, almeno un giorno o una settimana, quello che davvero siamo.

2 pensieri su “PREGHIERA (LAICA) DI NATALE

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    E dunque Buon Natale, qualunque sia il suo significato nel significato primo che trasmette la Nascita. La Nascita come Rinascita, dell’uomo, del suo enorme potenziale umanitario e umanistico. Bisognerebbe che ognuno se lo mettesse addosso il Natale, come fosse un evento suo, personale, di riconquista di ciò che è sacro. Via tutto il resto, o quasi. Oggi ho riguardato San Francesco alle Crociate, è lì che dovremmo sapere tornare, vedere e osservare . Quanto a volte si perda questo strano personaggio che passeggia sulla Terra, mosso da qualcosa che lo rende cieco, sfinito nell’anima e spaventato. Ecco, dovremmo toglierci lo spavento in questo Natale, e tendere la mano. Auguri.

  2. MARIA LAZZARO dice:

    Secondo me le tradizioni servono solo a rassicurare le persone: girano intorno alle stesse abitudini come criceti in gabbia! Se il Natale ha un senso, è ritrovare quel Gesù nato povero tra poveri; è domandarsi cosa possiamo fare per cambiare qualcosa in questa società umana impazzita. Ognuno di noi deve cominciare da se stesso e capire che la Guerra non è solo quella che si combatte sui campi di battaglia ma quella che ognuno di noi fa contro gli altri.

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