Una società debole, insicura, malata, non può che generare talee a sua immagine e somiglianza: che vi aspettavate? S’intervistano i ragazzi e si scopre che sono sentimentalmente gelosi, possessivi, maniacalmente dediti al controllo, in altre parole: paurosi o, se preferite, un pochino vigliacchi.
Inutile cascare dal pero o scomodare le solite pappardelle dei soliti soloni in dolcevita: se tu non educhi, non puoi aspettarti che la gioventù venga su educata. Così, un mondo che si trova perennemente a cavallo tra terrorismo psicologico e permissivismo carezzevole produce questo tipo di aberrazioni: dei giovanotti alti uno e novanta, palestrati, depilati, motorizzati, ma senza la capacità di reggere una prova, un dolore, un fallimento.
Agli inizi del Novecento, gli effetti dello scientismo tardo ottocentesco furono gli inetti: una generazione di intellettuali che rappresentava il mondo come un pericoloso percorso a ostacoli, per cui non si sentivano preparati. Così, se ne stavano a pigolare in un angolino o a scervellarsi su questioni esistenziali da quattro soldi. Poi, venne la Grande Guerra e se li mangiò in un boccone, con le loro fisime e le loro paure, insieme a qualche milione di giovani europei.
Oggi, a quanto pare, siamo daccapo: anzi, peggio. Perché, comunque la si giri, non puoi sottrarre a una civiltà i suoi punti fermi e non dargliene di nuovi: abbiamo stabilito che Dio, Patria e Famiglia erano una truffa, ma mi pare che le nuove trimurti, proposte da questa bella società libera e accogliente, siano ancora più truffaldine. La politica è un siparietto miserevole, la musica è un prodotto sintetico, la bellezza è avvolta in panni stracci: insomma, cosa ci rimane, poveri noi?
L’amore: amor omnia vincit. Macchè, neppure quello: perché, se ti mancano certi parametri, perfino l’amore diventa un capriccio o, peggio, una paranoia. Intendiamoci: ognuno di noi, quando è innamorato, ha paura del tradimento, teme di perdere la persona amata, ha la sensazione che, qualche volta, non te la conti giusta. Sono le normali palpitazioni di chi ama. Però, sono come una nuvola primaverile, che passa davanti al sole, dà, magari, una sgrollata di pioggia e se ne va, lasciando il posto al sereno. Invece, questi bambocci, figli di famiglie assenti o iperpresenti, alunni di scuole faciliste e minacciose al contempo, cresciuti nella prescrizione totale e nell’irreggimentazione, spesso, l’amore non sanno neppure cosa sia: non hanno i recettori per poterlo comprendere. Perciò, s’innamorano della donna con la stessa pervicace stupidità con cui dipendono dalla Playstation e, come in un videogioco, vedono la morte semplicemente come un “game over”, da cui si riparte per la partita successiva. In altre parole, sono degli idioti etici: degli analfabeti morali. E, se togli loro il giocattolo, reagiscono come un bambino viziato: rompono, imbrattano, rovinano. Uccidono.
Lo so che è una spiegazione semplicistica, agli occhi di lorsignori, maestri pensatori della psiche dell’età evolutiva: ma, alla fine, i fatti dicono che ho ragione io e che loro campano da decenni raccontando alla gente bubbole rassicuranti. La verità è che tornare indietro è difficilissimo: ricostruire un impianto valoriale cancellato dalla stupidità e dall’ideologismo è impresa disperata. Bisognerebbe rieducare i genitori, in primis: ma, ormai, sono loro la generazione della Playstation e c’è poco da salvare. Allora la scuola. Ma la scuola è una delle fonti prime di malessere: una scuola in cui ce la devono fare tutti per forza non ti prepara ad affrontare le prove della vita. In altre parole, la scuola non rispecchia la realtà, ma un mondo immaginario, che, quando lo studente esce dal sacco amniotico scolastico, risulta assai diverso dalla jungla che c’è fuori. Ed ecco la paura, la debolezza, la mancanza di difese davanti alle avversità. E anche la fidanzata diventa un oggetto da possedere, gestire, sottomettere. Fino agli estremi rimedi.
Non tutti, naturalmente: ma molti sì. E, tra loro, salta fuori l’assassino, il mostriciattolo, il caso da prima pagina. D’altra parte, che prove devono affrontare, questi giovanoidi che spiano la fidanzata con la geolocalizzazione? Esami seri non ne fanno, il militare non c’è più, le famiglie non li mettono in castigo nemmeno se ammazzano il barboncino di nonna: vi aspettate che imparino a difendersi dai webinar?
E le ragazze? Le ragazze sono relegate a album di figurine: icone di un desiderio precoce di famiglia e di un bisogno compulsivo di possesso tranquillizzante. Altro che donne angelicate, altro che centro dell’universo: quelle erano le donne del supposto patriarcato, quando le donne contavano qualcosa. Ma vaglielo a spiegare.