PERCHE’ SIAMO CITTADINI DI UN NUOVO MONDO SOCIAL

Sempre più spesso mi capita di sentire le lamentele di genitori preoccupati per la scarsa vita sociale dei propri figli. Si tratta di adolescenti o giovani adulti che non manifestano alcun disagio psicologico e che preferiscono trascorrere molte ore a casa, con apparente scarso interesse alla vita di gruppo. Spesso sono anche fidanzati, con coetanei con gusti simili. Ovviamente, sono piuttosto attivi sui social.

In passato, i genitori si lamentavano se i figli trascorrevano troppe ore fuori casa, soprattutto quelle notturne. Ora, in un certo numero di casi, si assiste alla preoccupazione opposta.

A volte, i genitori sono incontentabili, verrebbe da dire. Il fatto è che la generazione dai cinquantenni in su, pur utilizzando ampiamente i vari Facebook, Twitter, Whatsapp, eccetera, considera il mondo virtuale come un sostitutivo parziale del mondo reale. Per i più giovani, si tratta invece di una forma “altra” di vita sociale, del tutto autonoma, con proprie regole di funzionamento. L’ampliamento della realtà virtuale va inquadrato in un fenomeno sociale più globale di modifica del nostro stile di vita, si pensi ad esempio allo smart-working (lavoro legato alla produttività e non agli orari di lavoro) e al home-working (lavoro svolto da casa, in genere in orari fissi). In pratica, pur se abbiamo a disposizione viaggi intercontinentali, nella quotidianità vivremo sempre più tempo nelle nostre abitazioni, ma ricevendo e distribuendo una mole di informazioni e connessioni come mai in passato.

D’altro canto, per comprendere il successo dei social network, va considerato come essi soddisfino pienamente alcune delle nostre esigenze psicologiche primarie. Ci fanno sentire autonomi, in quanto possiamo pubblicare quando e quello che desideriamo; competenti, sia nell’uso del mezzo che per i contenuti che proponiamo; rafforzano la nostra identità, mediante la creazione di un proprio profilo che possiamo personalizzare e che serve a farci esprimere le nostre opinioni; soddisfano i nostri bisogni sociali di relazione e condivisione, con la formazione e l’ampliamento di una rete di contatti; garantiscono, infine, continuità attraverso contenuti che rimangono visibili nel tempo.

Il successo dei social è quindi ormai assicurato (secondo un recente report sono ormai circa 4 miliardi gli utenti delle piattaforme virtuali) e occorre prendere atto di questa mutazione in atto, studiandone i motivi profondi del successo e provando a prevederne le conseguenze.

Si può rimpiangere il fascino delle carrozze trainate dai cavalli, ma oggi nessuno si sognerebbe di utilizzare questo mezzo per spostarsi, anche se è vero che le automobili hanno provocato molte vittime. Gli strumenti tecnologici non sono vantaggiosi in quanto tali, ma è il modo con cui li utilizziamo a determinarne l’efficacia o la pericolosità. Quest’ultima è una conclusione ovvia, ma è anche la radice della questione.

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