PER CURARE LA PAURA BISOGNA PARLARNE (SERIAMENTE)

Forse si sottovaluta l’impatto emotivo del covid su di noi, con l’incubo di una malattia sconosciuta mortale e le eccezionali misure di sicurezza adottate in quasi tutto il pianeta. Forse si tratta della concomitanza di una pluralità di fattori sociali, incluse le guerre sempre più vicine o gli atti di violenza efferati in apparenza del tutto immotivati, fatto sta che il tema della paura è sempre più presente nelle nostre vite.

La paura sta diventando un sentimento dominante, presente a tutte le età ed in ogni ora del giorno e della notte, sfociando in ansie diurne e terrori notturni. La paura è oggi dominante a tal punto che su di essa stanno provando a far fortuna partiti politici che ne cavalcano l’onda emotiva. La fa da padrona innanzitutto la paura dello straniero, in un mondo che al contrario è inevitabilmente sempre più globalizzato e dove il multiculturalismo sarà sempre più diffuso. Invece, un programma politico dovrebbe avere basi progettuali razionali e ben definite, proponendo come governare i fenomeni sociali.

Certo, tornando agli aspetti psicologici, la paura è un’emozione primaria universale e svolge una funzione positiva, mettendoci in guardia dai pericoli. Nasce come funzione adattiva per spingerci a reagire alla minacce, reali o percepite. Diventa eccessiva quando non si attenua, nonostante il presunto pericolo sia cessato. La sua gestione può richiedere un considerevole lavoro psichico, talvolta insostenibile se svolto tutto in solitario.

Secondo gli psicologi uno dei metodi migliori per combattere le paure è parlarne. Ciò che si tiene dentro, nascosto a tutti, si ingrandisce perché, in fondo, non è veramente accettato da se stessi. Il confronto critico, consentendo nuove chiavi di lettura, dovrebbe fare del bene, consentendo l’elaborazione di pensieri nuovi.

Ma, sul piano collettivo, è veramente così? Dare tanto spazio alle nostre paure non rischia di alimentarle, favorendone alla fine la diffusione? Altro rischio potenziale dell’aumentata comunicazione sul tema delle paure umane è la loro banalizzazione. Se ne parla, si condividono, vengono quasi vomitate, ci si tranquillizza, ma magari non se ne coglie più la loro funzione profonda.

Come avviene in televisione, dove si producono tanti discorsi sensazionali a proposito delle nostre emozioni e dei nostri comportamenti. Talvolta con titoli allarmanti, talvolta con approccio scientifico, tante parole ripetute possono pure produrre un effetto calmante, ma alla lunga quella che si perde è la capacità di pensare in autonomia.Pubblicità

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