I contabili hanno passato notti sudate per arrivare a una cifra precisa, tenendo conto di aumenti reali e adeguamenti all’inflazione, ma finalmente dovremmo avere in mano un dato certo: le pensioni minime degli italiani passeranno nel 2025 a 620,92 euro, rispetto ai 614,77 di quest’anno. Sono quasi 6 euro al mese, mica pizza e fichi.
Ovviamente, adesso si apre il dibattito su come i nostri pensionati investiranno questi aumenti. Quattro caffè o un grattaevinci? O magari un chilo di pane, però senza farine particolari e lieviti signorili, quelli che ogni volta pretendono i medici per la prevenzione tanto importante?
In attesa di farci sopra degli studi, non va taciuta la nuova barzelletta umiliante inflitta alle fasce più deboli del popolo italiano. Magari qualcuno penserà che sono umilianti i 6 euro in sé, ma non è così. Il risvolto più odioso di questo aumento sta nell’idea che serva agli sfacciati di regime per passarci davanti tutte le sere in tv annunciando euforici abbiamo aumentato le pensioni. Il che, davvero, suona offensivo, perchè parte dal presupposto che gli italiani siano mediamente tutti degli storditi.
Naturalmente non è la prima bugia che il potere, di tutti i colori, spara dai cannoni della propaganda. Fa parte del gioco, loro fanno gli imbonitori e noi dobbiamo bercela. Ma questa no, questa non è come le altre: questa gioca sulla gente più debole, si prende gioco della miseria di chi deve vivere con 600 euro al mese. Questa sfila la sedia da sotto il sedere di chi non riesce a stare in piedi. E’ infierire. E’ sparare sull’Unifil.
Naturalmente questi mediocri mandati davanti al video sono anche pronti a rivendicare la propria serietà e la propria buonafede, perchè “sfido chiunque a dimostrare che le pensioni non aumentano”. Sono magnifici. Si fanno forti di una verità oggettiva e aritmetica per bombardarci di slogan trionfalistici, ma intanto nascondono sotto al tappeto la polvere di una colossale presa in giro.
Chiedono: cosa bisognerebbe dire, allora, che le pensioni diminusicono? Naturalmente no. Ma comunque un politico normale, un sottosegretario normale, un ministro normale si guarderebbe bene dal fare il pavone con 6 euro. Piuttosto, andrebbe davanti agli italiani a dire questa semplice cosa: purtroppo non ci sono più soldi, riusciamo ad aumentare le minime solo simbolicamente, 6 euro, ce ne dispiace molto e chiediamo scusa, avremmo voluto fare di più ma proprio non è possibile.
Si capisce: non ce la fanno. Non è contemplato dalla loro religione. Più sono mediocri e più temono la verità. Sono convinti che la verità deprima il Paese e faccia perdere consenso. Molto meglio sparare cretinate, però roboanti, col tono giusto. E allora si torna sempre all’inizio: toccherebbe a noi cogliere l’inadeguatezza e la pochezza di un certo ceto politico, guardando la sostanza e l’essenziale dei fatti, che siano di destra o che siano di sinistra. Un esercizio di spirito critico, da vera società civile, che non ci riesce benissimo. Ci sono patetiche menzogne cui vogliamo credere ciecamente, perchè ci rassicurano e ci tolgono il fastidio della brutta realtà.
Basta rosicare, andiamo alla grande: da domani, a dispetto dei gufi, aumentano le pensioni. Sono 6 euro di botto, vediamo almeno di non spenderli tutti assieme.