PARTITE SU DAZN: NOI SPERIAMO CHE CE LA CAVIAMO

di TONY DAMASCELLI – Da Sky a Dazn, i presidenti del calcio di serie A hanno scelto di cambiare, per cento milioni in più. L’offerta dell’ucraino Len Blavatnik, ottocento cinquanta milioni annuali, per campionati tre, ha riempito le teste e le panze di un mondo che non è proprio alla canna del gas, ma ha perdite pesanti in cucina e negli altri locali annessi.

In verità i soldi non sono tutti del suddetto, un quaranta per cento arriva da Tim, e il cartello ha fatto fuori la norma di legge del novembre scorso che vietava a Sky l’esclusiva sul web, web che diventa oggi monopolista sul mercato.

Per gli utenti, abbonati e affini, il problema, fino a ieri, era di facile comprendonio: parabola, sottoscrizione di un abbonamento, installazione di un decoder e via con tutto il calcio secondo per secondo, dettaglio per dettaglio, avanti e indietro con il tasto della registrazione e, ancora, film e telegiornali, roba buona in concorrenza con Rai e Mediaset.

Da qualche anno, nei nostri televisori, si è infilato Dazn, purtroppo con moltissime controindicazioni. A parte il canale 209 di Sky, che offre una partita della concorrente, il resto non esiste se non in streaming, cioé connesso alla linea internet e qui viene il brutto, siamo alla seduta spiritica, al sistema tv braille, perché la velocità media in download per la rete internet, in Italia, stando a una indagine di Worldwide Broadband Speed League 2020, è di 23,18 megabyte: significa, stando allo stesso rapporto, che si può scaricare un film di 5 gigabyte in mezzora, non male ma malissimo se si confronta con il resto dell’Europa, dove viaggia a velocità ben più alta (media di 81,4) fatta eccezione per Kosovo, Bosnia Erzegovina, Albania e Macedonia del Nord, un bel gruppetto di compagni di viaggio, lento.

Mi sono avventurato nei numeri per mettere le mani avanti. Oggi Dazn è un’ipotesi divertente, con annesse bestemmie per gli abbonati e una allegra garanzia di denaro per i presidenti spiantati e succitati.

Non va trascurato, però, il portafoglio degli italiani, in un momento in cui contiamo i centesimi, non gli euro. Infatti chi vorrà seguire il football di serie A dovrà abbonarsi a Dazn, chi vorrà anche la Champions sarà costretto a sottoscrivere o prolungare l’accordo con Sky, nel frattempo a settembre si dovranno acquistare nuovi televisori per accedere al digitale terrestre.

Tutto questo, compreso il taglio di lavoratori in Sky, non frega una amata ai presidenti dei 16 club che hanno votato a favore dell’ucraino stramilionario. Di sicuro hanno pure ghignato e brindato alla faccia nostra. E nemmeno in streaming. Altre novità?

 

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