Napoli è mille colori, compreso quello per cui a nessuno interessa raccogliere una carta sporca per strada (Pino Daniele docet).
Certo, ogni grande città o ancor più metropoli è mille cose e molte necessariamente in contraddizione tra loro. Ogni grande agglomerato urbano contiene bellezze e problemi irrisolti, risorse e criminalità, operosità e disincanto.
La recente vicenda della gita domenicale a Roccaraso, presa d’assalto da circa 12.000 napoletani, aspiranti sciatori per un giorno, su proposta di una nota tik-toker che si commenta da sola, ha riproposto un’immagine stantia sui difetti atavici di noi terroni, con conseguenti prese di posizioni contrapposte.
Ovviamente è innegabile come il paese abruzzese sia stato lasciato poco pulito dalla folla di vacanzieri “mordi e fuggi”, come pure sia innegabile il trionfale seguito social di certi personaggi a dir poco trash e tuttavia molto abili nel cavalcare il successo.
Ma di sicuro Napoli è anche molto altro e forse proprio la sua inestinguibile alterità è ciò che spesso incanta, talvolta provoca o perfino sgomenta. Basta solo ricordare che la città ha una sua storia di almeno 3 millenni, con una struttura stratificata per cui, considerati i limiti geografici, si è più volta ricostruita su se stessa. E’ stata capitale per circa 400 anni, con periodi in cui reggeva il confronto con l’Europa, producendo eccellenze in svariati campi, e non è del tutto infondata la teoria secondo cui, con l’unificazione per il regno d’Italia, il Mezzogiorno abbia perso ingenti capitali, know-how e attività professionali finite al Nord. E’ pure vero che permangono mali atavici quali una maggiore povertà, forme gravi di criminalità e un ridotto senso civico, probabilmente legato al fatto che spesso il potere coincideva con un invasore straniero.
Diciamo che l’integrazione con il Nord è stata complessa ed in parte ancora non realizzata. Ad esempio, ho conoscenti settentrionali, anche di media-buona cultura, venuti negli anni scorsi a Napoli e ripartiti sorpresi per non essere stati derubati, per aver passeggiato tranquillamente a qualsiasi ora e di aver trovato anche persone oneste e assai disponibili.
I luoghi comuni sono duri da morire. Nascondono in parte qualche verità che tutti, napoletani compresi, contribuiamo a sostenere. Ma sono spesso comodi alibi per giustificare l’inerzia di molti, e utilizzati per coprire i problemi veri e difficili.