di TONY DAMASCELLI – Ma come parlano ‘sti telecronisti di calcio? Abituati a Nick Carosio, Martellini, Pizzul e Beppe Viola, tra un “a Dio piacendo”, “cosa sbandiera l’etiope”, “campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo”, “dotato di buona tecnica individuale” o “se me lo dicevi prima…”, dobbiamo adeguarci al nuovo linguaggio proposto dalle prime voci di Sky sport e Dazn, nelle persone di Caressa Fabio e Pardo Pierluigi, roba buona ma con un frasario che cerca di stupire, ritenendo il popolo pubblico pronto ad ascoltare e ingoiare la qualunque.
Il tormentone estivo di Caressa F. è “immergiamoci”, non trattasi di improvvisa esigenza subacquea, ma il desiderio di origliare sul campo, approfittando dell’assenza di pubblico, così da percepire gli schiamazzi di calciatori e allenatori, un godimento unico, da maniaci che avvicinano l’orecchio alla parete della camera da letto o alla porta del vicino di casa, per auscultarne vizi e virtù. Lo stesso Caressa F. ci ha regalato la “benedetta” di Dybala, versione religiosa ed edulcorata della “maledetta” di Pirlo, in origine di Juninho Pernabucano.
Non basta, le nuove disposizioni permettono agli allenatori non più tre cambi ma cinque, per Caressa F. e il suo sodale Bergomi G. trattasi di “slot”, avvisate i controllori di volo.
Il Pardo ci ha regalato un improbabile “coin toss”, starebbe per lancio della monetina, ma la Brexit non ha riguardato il Pardo suddetto che naviga tra il francese (touche e mai fallo laterale) lo spagnolo (remontada e mai rimonta, sombrero e mai pallonetto, falso nueve e mai centravanti arretrato), completando con un “addicted” e un “extratime” in omaggio alla lingua oxfordiana. Ora Pardo PL. ha una rubrica radiofonica che si intitola “Mangia come parli”, dovrei dedurre che si rifocilli in modo strano, anzi strange.
Non vorrei risultare “choosy” (cfr Fornero Elsa) ma riterrei opportuno ripristinare la lingua madre anche perché i telespettatori e gli stessi calciatori sono portati ad assorbire il messaggio e a ripetere le frasi ad effetto. Ricordo Uzzecchini Renzo, attaccante del Catania che, intervistato dopo un gol che lui stesso aveva realizzato, così spiegò l’azione: ”Quando mi è arrivato il pallone mi sono girato su se stesso e l’ho messo dentro”. Immergetevi. Oh, yes