PALERMO E PADOVA, DALLA C UNA LEZIONE DI SERIE A

La storia è gloriosa, epica, tra due città che tra vita e leggenda condividono arte, cultura, società, personaggi grandiosi, letteratura, turismo. Santi e mariuoli. Palermo e Padova, poli opposti e paralleli dell’Italia che nei secoli hanno costruito patrimoni da difendere gelosamente, magari studiandoli, ripassandoli. Sappiamo sempre così poco dei nostri tesori…

Anche nel pallone queste due città hanno scritto pagine gloriose, regalando al nostro calcio epoche e personaggi ormai scolpiti nell’antologia del nostro sport più amato. Si sono ritrovate di fronte due volte in una settimana per le crudeli disfide che si chiamano playoff, la finale andata e ritorno in cui una sola dallo sprofondo della Lega Pro (serie C) assurge al limbo della B, appena dietro il mondo che conta. L’ėlite da cui Palermo e Padova mancano da tanto, tantissimo tempo.

Ce l’ha fatta meritatamente il Palermo, 0-1 in trasferta e 1-0 in casa. Gare in equilibrio sui nervi, sfide intrise di dettagli più che di strappi e che la squadra veneta ha scaraventato via con pasticci difensivi vari, un folle “mani” in area con rigore regalato ai rosanero, una testata inutile e gratuita del capitano biancorosso (nell’antichità scrivevano “biancoscudato”) a un avversario, squadra già sotto e ridotta in 10 dopo nemmeno un’ora.

La cronaca più suggestiva e anacronistica però non è arrivata dal campo, dai ricorsi storici, dalla suggestione di un doppio spareggio feroce per tensione, attesa, intensità. Le immagini migliori le hanno offerte le due tifoserie, gemellate da quasi 40 anni: in Veneto all’andata e in Sicilia al ritorno, i popoli con sciarpe e bandiere biancorosse e rosanero sono sfilati insieme per le strade, hanno mangiato e bevuto insieme, sono andati insieme allo stadio prima di tornare a dividersi nella passione sugli spalti. Nord e Sud, polentoni e terroni, gli uni contro gli altri: tutto azzerato sottobraccio e cantando, brindando, poi i vittoriosi consolando gli sconfitti.

Non c’è molto da aggiungere, se non che per quest’ultima, sola immagine di convivenza e tolleranza, anacronistica, niente affatto retorica, ma anzi magnifica e reale, sarebbe ora di rivedere presto Palermo e Padova in serie A. Assieme. In tutti i sensi.

Un pensiero su “PALERMO E PADOVA, DALLA C UNA LEZIONE DI SERIE A

  1. Vecchia Guardia dice:

    COMPLIMENTI!

    Questo articolo sta alla comunicazione abituale, così come il gemellaggio di cui si occupa sta alle abituali dinamiche tra tifoserie. Possiede la capacità di offrire una prospettiva nuova ed emozionante e lo fa attraverso parole attente e vivificanti.

    Vi è una meravigliosa analogia tra il modo in cui questo articolo è stato scritto e l’argomento che viene presentato, la qual cosa genera in me grande risonanza. Affinché, infatti, alcune lezioni possano farsi largo e guadagnare quanto più spazio possibile è indispensabile che una frequenza venga generata ma che poi la stessa venga anche ripetuta e trasmessa in modo efficace e allineato.

    Grazie alle tifoserie di Palermo e Padova per l’esempio incarnato, grazie a voi per la sensibilità dimostrata. Parafrasando il titolo: ALTROPENSIERO, DALL’ASSENZA DI PREGIUDIZI UN FIORIRE DI SIGNIFICATI.

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