di LUCA SERAFINI – Con colpevole ritardo rispetto all’uscita e al gradito regalo con dedica da parte dell’autore, i primi giorni di vacanza mi hanno finalmente concesso la lettura del libro autobiografico “La resistenza dell’acqua” di Filippo Magnini (con Paolo Madron per “Sperling&Kupfer”, 176 pagine).
Campione del mondo di nuoto 4 volte, 55 medaglie appuntate sul petto nudo, considerato il più grande stileliberista italiano, Magnini racconta la sua vita di sacrifici e trionfi costruiti sulle fondamenta di un’abnegazione assoluta. Una carriera lunga e splendente attraverso quotidiana fatica, rinuncia, cura ossessiva del corpo, dei dettagli, del lavoro.
La prima parte del libro scivola come una tavola da surf tra Pesaro, Torino e Roma, cavalcando le onde dei racconti di allenamenti e trionfi, aneddoti e onorificenze, la felicità di vincere la resistenza dell’acqua battendo avversari in vasche ad ogni latitudine.
Poi, la seconda parte. Quando la favola si trasforma in incubo, quando ancora una volta diventa protagonista la cronica incapacità di questo Paese di fare le cose a modo: nel 2017, il sospetto del doping. Dopo 27 anni di battaglie, la carriera di Filippo viene squassata da una “palla di cannone” – così la definisce nell’autobiografia – che la NADO (Organizzazione Nazionale Antidoping) consegna ai giornali prima ancora che all’interessato: così genitori, parenti e amici apprendono nel modo peggiore le accuse che seviziano la privacy e la rispettabilità del campione pesarese.
Nei quasi 3 anni di battaglie lontano da vasche e corsie, tra corridoi di tribunali e uffici di avvocati, nell’animo devastato di Filippo Magnini sfiora la battigia dei suoi pensieri persino il suicidio, perché nel frattempo – per quanti invece gli siano rimasti accanto – moltissimi fedeli scudieri e finti amici se la sono data a gambe. E braccia.
La vittoria finale dell’ex fidanzato di Federica Pellegrini e ora felice compagno della splendida Giorgia Palmas, è la più eclatante: umilia l’infamia di un’accusa infondata, viene assolto con formula piena e riprende un’esistenza luminosa, in cui i superflui sono stati setacciati.
Un libro da leggere, una grande storia italiana da conoscere.
Finalmente, dopo anni di ignobili accuse, la verità, ma raramente succede, quando ti metti contro il sistema, è venuta a galla. Non avevo dubbi, ho sempre caldeggiato Filppo affinché andasse fino in fondo, senza temere… La giustizia avrebbe fatto il suo corso. Ma non era scontato. Sono felicissina che sia invero accaduto. Filippo rimane un campione indiscusso, che l invidia, la gelosia e l incompetenza umana hanno cercato invano di scalfire. Ma quando si è puri dentro nulla può l opacità di certe menti. Gli hanno tolto qualche anno di serenità, (a lui e ai suoi) gli rimane una vita di soddisfazioni prima e dopo questa brutta parentesi.
Rimane per me un esempio di correttezza e singolare aplomb da tenere quando la cattiveria altrui ti prende di mira. Auguri Filippo e cge la vita ti renda ora ciò che qualche stolto ti ha tolto.