Ne ho sentite e lette tante di polemiche nella mia vita: dalla paternità della Gioconda ai ristoranti stellati, dal VAR alle scarpe di John Travolta, per gli amici “U-Power”. Chi si azzuffa, chi minaccia, chi alza la voce imponendo il proprio pensiero. E’ una continua lotta a chi ha ragione e chi torto, spesso su argomenti inutili e superflui che rivelano come evidentemente gli italiani abbiano tanto, ma tanto tempo da perdere.
E mentre il Governo mette in regola escort e prostitute con il loro codice Ateco, ad Olginate, comune di 7.000 abitanti in provincia di Lecco, c’è talmente voglia di creare polemiche e divisioni che il Sindaco ha vietato a bambini e ragazzini di giocare a pallone per strada. Un provvedimento necessario, secondo il primo cittadino Marco Passoni, che spiega di essere stato sollecitato dai tutti quei residenti stanchi di dover assistere a partitelle accesissime con dribbling ad auto e pedoni.
Come si legge “Sono vietati gli schiamazzi, il gioco del pallone e i giochi rumorosi in genere. I trasgressori saranno puniti con sanzioni amministrative da 100 a 600 euro”.
Insomma, l’ennesima regolamentazione atta a contrastare l’unica cosa rimasta a questo mondo di genuino e spontaneo: il gioco tra marmocchi.
Comprendo le esigenze di chi desidera poter vivere la propria quotidianità con serenità e decoro, e non mi sento di contestare del tutto la scelta del Sindaco.
Ma trovo alquanto assurdo che i ragazzini non possano giocare e poi si può entrare in Italia senza documenti, smerciare eroina alla luce del sole e in tutti gli angoli delle città, occupare case altrui illegalmente e taccheggiare nei centri commerciali e alle metro. Perché agiamo con prepotenza quando si può trovare una soluzione senza divieti e ci nascondiamo con omertà quando il problema richiede la massima urgenza?
Questi bambini dove dovrebbero giocare? Sono pochi i campetti gratuiti rimasti in Italia e, nella stramaggioranza dei casi, risultano in pessime condizioni. Dobbiamo chiedere dei soldi ad un bambino o ad un adolescente che vuole dare due calci ad un pallone? Anche la storiella che il sindaco racconta sullo spazio riservato ai bambini per giocare, ossia il giardino di Villa Sirtori, lascia il tempo che trova. Qualcuno si lamenterà anche ai giardinetti e i ragazzi saranno costretti a prendere pallone, pettorine, borracce e sloggiare. Servono spazi adeguati solo ed esclusivamente per il gioco, altrimenti questo divieto di socializzazione fungerà soltanto da pesticida per chi non sopporta e non tollera i giovani.
Gli stessi che, oltre a lamentarsi che il talento della nazionale di calcio è scadente o che i giovani stanno tutto il giorno dentro casa davanti allo smartphone o alla PlayStation, si vantano di come “ai loro tempi si giocava per strada”.
La perdita dei giochi di ieri è il frutto del rimbambimento tecnologico di oggi. O l’Italia è diventata di colpo una RSA, oppure siamo tutti dei bacchettoni rigidi di fronte alle sciocchezze, ma molto tolleranti nei confronti dei crimini veri.