OGGI NON E’ LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Oggi, 26 novembre, non è la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Non sono previste cerimonie nei parlamenti e nelle prefetture, non sono previsti speciali nei tg, non sono previsti inserti nei giornali con le testimonianze più truci.

Oggi, 26 novembre, non è la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. E non lo sarà nemmeno domani. Continuerà certamente, invece, la litania dei delitti più atroci, media nazionale uno ogni tre giorni. Continuerà, crescendo ogni giorno di più, la soffocante angoscia con cui certe ex mogli, certe ex fidanzate, certe donne qualunque dovranno sempre convivere, persino quelle che hanno denunciato il fetente là fuori, perchè purtroppo la legge non è in grado di difenderle giorno e notte, proprio no, la legge ti chiede di denunciare e il massimo che si prende la briga di fare è consegnare al fetente un divieto di avvicinamento, sai che roba, quello vive ormai solo per annientare la causa delle sue ossessioni e delle sue rovine, figurarsi quanto può importargli di finire poi in galera, dopo, quando ha portato a termine la sua macabra missione di castigo e di catarsi sentimentale.

Oggi, 26 novembre, è un giorno qualunque e tutto torna come prima. Quelle donne continuano come se niente fosse a vivere nel proprio mortifero inferno, spesso con i loro figli, come dimostra il ragazzo appena assolto a Torino dopo aver accoltellato a morte il padre, difendendo la mamma una volta per tutte.

Peccato, un vero peccato che la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne duri un giorno solo. Dovrebbe durare una settimana, un mese, un anno. Dovrebbe durare una vita. Con qualche cerimonia in meno, con qualche legge in più, che duri sempre, tutti i giorni, magari una scorta, magari un trasferimento in posti sicuri con nuove generalità, magari, magari.

Fino a quando queste donne perseguitate dall’incubo, dal fetente là fuori, non saranno considerate alla stregua di un magistrato o di un pentito, la loro non sarà più vita. Non sarà mai libertà.

Anche se per un giorno, il 25 novembre, sembra che il loro sia il primo dei problemi.

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