1. L’Rt scende sotto l’1,5: “Ora sperare si può”. L’indice di contagio è in calo. Arcuri: “Primi segnali di raffreddamento”. Lopalco: “Il virus rallenta ma bisogna vedere quando la curva dei contagi si abbasserà”. Salire, salgono ancora, ma a un ritmo un po’ meno sostenuto. Anche in una giornata difficile come quella di ieri, da 37.968 casi, i nuovi contagi lasciano vedere uno spiraglio, come hanno detto anche i tecnici del Cts al Governo. Ci vorrà ancora pazienza ma forse il picco non è molto lontano. Un dato su tutti rivela il cambiamento di scenario, quello dell’Rt nazionale, in lenta discesa.
2. “La cavalleria”, cioè il vaccino, “sta arrivando”. È la promessa, che sparge ottimismo, del dottore più famoso d’America, Anthony Fauci, a capo della task force contro il coronavirus negli Stati Uniti. Con la sua usuale e sorridente imperturbabilità, il direttore dell’Istituto per le malattie infettive Usa ha parlato in un webinar organizzato dall’associazione Chatham House di Londra.
Attenzione, però: “I vaccini ci aiuteranno, ma”, avverte Fauci, “bisogna avere pazienza e nel frattempo continuare con le misure di contenimento, anzi aumentarle, perché la strada è ancora lunga. Inoltre, i vaccini non faranno scomparire il virus del Covid-19, anzi dubito che vi riusciremo mai”. Il coronavirus “sarà qualcosa che dovremmo controllare costantemente, qualcosa di endemico su cui non potremo abbassare la guardia. Ma di certo, grazie ai vaccini, tra non molto tempo il Covid non sarà più una pandemia, come lo è ora a livello globale”. Per questo, dice Fauci con una metafora bellica, sì, “la cavalleria sta arrivando. Ma non deponete le armi. Non è il momento. Perché la guerra è ancora lunga”.
3. Daniele Poggio, consigliere regionale del Carroccio in Piemonte, è rimasto in coma 45 giorni per il Covid. Lascia il negazionismo e finalmente parla da medico: “Dico sì alle zone rosse”. Delle polemiche si interessa poco, così come del leader del suo partito Matteo Salvini che per settimane si è fatto orgoglio di levare la mascherina, promettendo di non farla indossare nemmeno alla figlia a scuola. «Lo diceva tempo fa, quando c’era confusione: ora vedo che la porta sempre. Se lo incontrassi direi ciò che da medico dico a tutti. Che il coronavirus è una brutta bestia: bisogna indossare sempre la mascherina, lavare spesso le mani, mantenere le distanze e avere un saturimetro per capire quando la situazione si aggrava ed è il caso di preoccuparsi».
«A mia moglie avevano detto che c’era poco da fare — ricorda — e invece per fortuna ho portato a casa la pelle e ora sto bene. Ho rischiato la dialisi, ma anche i reni alla fine si sono rimessi a funzionare. Mi restano delle cicatrici sui polmoni, quelle me le terrò per sempre, eppure alla fine posso dire di essere stato fortunato». Proprio in queste settimane ripensa spesso a come possa essersi contagiato: «Probabilmente sul treno che prendevo da Novi Ligure, dove vivo, fino a Torino per andare in Consiglio regionale, oppure al bar in pausa pranzo. Questo è un virus strano, qualcuno lo prende e sta molto male, altri quasi non se ne accorgono. Mia moglie ha avuto un po’ di spossatezza e male alle gambe, io sono stato in ospedale due mesi e ho rischiato di morire». E poi spiega: «Nella prima ondata c’era spavento e le gente rispettava le regole; oggi è diverso, vedo molta indifferenza. C’è ancora troppa gente che non usa la mascherina e non osserva le regole. Medici e personale sanitario stanno facendo il massimo, ma tutti devono fare la propria parte. Serve responsabilità a ogni livello».
«Io sono della Lega, ma non me la sento di gettare la croce né addosso al governo, né alla Regione o ad altre istituzioni. Si poteva far meglio? Probabilmente sì. Sono stati fatti errori? Anche. Ma bisogna essere coinvolti in questa situazione per capire. E da medico so cosa significhi avere di fronte una pandemia».