NONNA LILIANA, LA FIDANZATA DELLA LIBERTA’

di CRISTIANO GATTI – A gennaio tanta bella gente d’Italia l’aveva travolta d’insulti, i più pesanti, perchè era scesa da Milano a Roma per votare la fiducia al governo Conte. Lei che a settembre compirà 91 anni e che non si sposta più tanto volentieri. Aveva cercato di spiegare che si era sentita in dovere di partecipare a un momento molto complicato della Repubblica, facendo il suo dovere di senatore a vita. Ma siccome certe spiegazioni restano nettamente al di sopra delle facoltà mentali di certi mentecatti da tastiera, le sue parole erano cadute nel vuoto. Un diluvio di livore l’aveva investita.

Avviso ai truculenti boia dell’anonimato: la Segre è scesa di nuovo a Roma, un’altra volta con una certa fatica, ma ancora una volta convinta che fosse necessario. Si trattava di votare al Senato la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, il giovane martire detenuto illegittimamente in Egitto da più di un anno. Queste le semplici parole della senatrice: “C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l’ho provato anch’io. E sarò sempre presente, almeno spiritualmente, quando si parla di libertà”.

Se fossimo ancora una comunità, una civiltà, una nazione, un popolo, queste poche parole dovrebbero almeno smuoverci qualcosa dentro. E tutto sommato anche riempirci di orgoglio, magari persino più delle vittorie di Luna Rossa e di Sinner. L’Italia si ritrova questa ragazza di 91 anni che grida senza alzare la voce tutto il suo amore adolescente per la libertà, un amore rimasto intatto in ogni epoca e in ogni situazione, l’amore che l’ha aiutata nei momenti più atroci e che ancora adesso la fa alzare dalla sua poltrona per viaggiare fino al Senato.

Liliana, la nonna d’Italia, non è Madre Teresa. Non è santa e non fa miracoli. Ma è un esempio, un semplice esempio. Senza rughe e senza età. Se tanti ventenni e tanti quarantenni fossero capaci dello stesso amore per la libertà, la vera libertà, responsabile e consapevole, rispettosa e tollerante, nonna Liliana potrebbe mettersi un po’ in pace, godendosi la tenerezza dell’ultimo tempo che le resta. Invece è ancora costretta a testimoniare, con la sua voce flebile, sotto l’assedio forcaiolo dei dementi on-line. Questo è il Paese. Ma teniamocela stretta, una nonna così. E intanto vediamo cosa s’inventano stavolta i mentecatti per metterla in croce.

 

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