NON SI PUO’ DIRE CHE LA MELONI SI SOTTOVALUTI

di JOHNNY RONCALLI – Un fiume in piena che tracima da tutte le parti, ne ha per tutti e su tutto: parlo di Giorgia Meloni. Il vento dei sondaggi la sospinge da più direzioni e lei, senza badare a spese, apre le ali e prova a spiccare il volo, guida indiscussa dell’opposizione.

Però, non è che la dama romana si sta allargando un po’ troppo? Lo dico per il suo bene, innanzitutto: rischia di bruciarsi al sole come Icaro, con tutti questi voli disinvolti.

Cercherò di usare un certo garbo, lo stesso che in tutta onestà a lei spesso fa difetto, ma l’ultima suona superba più di altre: “Potrei fare il premier, mi preparo a governare la Nazione”. Lo dice con il tono della predestinata, di chi al momento vede, e vuole vedere, andare tutto per il verso giusto e non ammette che possa andare diversamente.

Dice a proposito della sua autobiografia: “Mi sono resa conto a un certo punto di essere un personaggio a 360 gradi, non solo politico. E mi sono resa conto che il racconto di me, come persona, è molto distante dalla realtà”.

Provo il gioco dell’umiltà, se posso, un poco spiccio: va bene i sondaggi, crescono, ma non è ancora in vetta, cara Giorgia, non canti vittoria prima del tempo, è piuttosto inelegante, quantomeno, e porta pure male. Ha appena pubblicato la sua autobiografia, d’accordo, ma ammetterà che non passerà alla storia, sarà un esercizio terapeutico per lei, così si deve dire credo, sarà un ulteriore spot per la sua figura e il suo partito, ma non esattamente la letteratura dei nostri sogni. Attendiamo con trepidazione la prime biografie non autorizzate, di solito sono le migliori.

Cose belle per Giorgia Meloni, cose belle per il Paese lei dirà, ma non sarà che i toni cominciano a essere già un po’ troppo esultanti? “Con Salvini ci sono differenze, ma governeremo insieme”.

Dice ancora di Salvini, “i rapporti tra me e Salvini sono costanti. Ci sentiamo continuamente”. Peccato che qualche giorno fa, in una intervista al “Corriere”, avesse detto che i rapporti con il leader della Lega erano altalenanti. A volte assidui, a volte molto sporadici, come in questo momento.

Dettagli, per carità, nemmeno voglio entrare nel fumo e nell’arrosto, piuttosto sottolineare l’ubiquità e il declamare stentoreo, privato di qualsiasi dubbio, verrebbe da rifilarle un pulpito ogni volta che compare in TV. Il picco dell’autostima all’idea di Draghi presidente della Repubblica: “Non lo so, ci devo pensare”. Draghi e la Repubblica con il fiato sospeso, tutti appesi alle lune e alle decisioni della potentissima.

Eppure è lei a parlare di gavetta, quindi dovrebbe sapere che è bene dire gatto solo ad una condizione e anche in quel caso un po’ di grazia e reticenza non guasterebbe.

Dalla gavetta al gavettone potrebbe essere questione di poco, un gavettone causato dal fare tracotante, talmente tracotante a volte da farla sembrare non una, ma due Meloni.

Deve essere proprio vero, comunque lo si voglia leggere: l’opposizione logora chi non la fa.

 

 

 

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