NON SERVE LA CANTANTE-BARBONA PER SCOPRIRE IL MONDO ALLA DERIVA

Sta facendo notizia la recente vicenda di Rania Zeriri. Si tratta di una cantante olandese di 39 anni, diventata nota grazie alla partecipazione ad un talent-show in Germania. Il suo maggior successo risale al 2008. Pare che la donna abbia subito un crollo psichico in seguito alla morte della madre, ma non è ben chiaro come dall’Olanda sia giunta in Irpinia, dove stava vivendo da qualche tempo senza fissa dimora. Da clochard alla deriva del mondo.

È stata notata da un cittadino, Enzo Costanza, resosi conto del suo stato confusionario. Sono stati allertati i Servizi Sociali dei Comuni di Avellino e poi di Mercogliano, la donna, dopo i rifiuti iniziali, ha accettato le prime cure, con tanto di pasti e un luogo dove dormire. Sta ricevendo anche supporto psicologico, per comprendere i motivi per cui si trova in Italia in queste condizioni, e si è attivato un contatto con l’ambasciata olandese, allo scopo di far riprendere i rapporti con la famiglia, ignara di dove si trovasse.

Forse si tratta di una storia che avrà un lieto fine. Questa vicenda è la testimonianza di come ognuno di noi possa ritrovarsi, a prescindere dalle condizioni di partenza, dallo stato sociale e dalla situazione economica, a vivere momenti drammatici rischiando di perdere il controllo sulla propria vita.

Ma quanti sono i senzatetto in Italia? Secondo l’ultima indagine Istat sono circa 96.000 le persone iscritte all’anagrafe senza dichiarare un’abitazione stabile, ma sarebbero quasi 500.000 gli individui gravitanti attorno a tale universo, includendo chi vive in abitazioni precarie.

Si tratta di un mondo variegato e la ragioni per cui ci si trova a vivere da clochard sono diverse. Inoltre, la conoscenza e la comunicazione con essi è spesso problematica, trattandosi di un fenomeno mutevole nel tempo e riguardante persone in condizione di estrema marginalità dal punto di vista relazionale e comunicativo.

Ogni tentativo di entrare in contatto con tale popolazione richiede tempi, modalità e tecniche particolari per riuscire a comprenderne i bisogni. Si tratta prevalentemente di individui di sesso maschile che vivono nei grandi centri urbani. La maggioranza possiede un reddito, per quanto modesto, mentre il 30% vive di collette ed espedienti. Si individuano cinque categorie sociali: i vulnerabili soli, le famiglie povere, i giovani stranieri in transito, i genitori fragili e i poveri soli.

Le cause vanno ricercate in tre categorie: fattori socioeconomici e culturali che rendono difficile l’accesso al diritto all’istruzione e alla salute; fattori biografici, quali perdita del lavoro, separazioni coniugali, difficoltà finanziarie e fattori psicologici, legati alle dipendenze o a gravi disturbi psichici. Una minoranza afferma di trattarsi di una scelta autonoma e di libertà. Quale che sia la motivazione, è un mondo parallelo in cui la vita ufficiale fa sempre fatica ad addentrarsi. Ammesso che lo voglia fare.Pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *