NON SE NE PUO’ PIU’ DEI SELFIE COL VOLONTARIO VIP

di JOHNNY RONCALLI – Per i presidenti americani è una divisa d’ordinanza, una vetrina imprescindibile, per le first lady anche. Per i reali d’Inghilterra non parliamone. I responsabili dell’immagine e della comunicazione dei politici VIP anglosassoni pare non ammettano slalom, da lì devi passare: una periodica comparsata per far vedere che affianchi chi fa del bene, insieme ai volontari, quelli veri, la devi mettere in conto.

Ci cadono un po’ tutti a dire il vero, chi a distribuire pane e latte, chi a giocare con i bambini in oncologia, chi con i disabili (gettonatissimi, strappano lacrime come nessuno), chi a ripulire i parchi. Chi poi con gli anziani, ora impraticabili, come le tribune degli stadi o i salotti tv se piovesse uno sciopero improvviso. La tv, gli stadi, gli anziani, i disabili, i barboni, i bambini, sani o malati che siano, ogni vetrina è buona.

Possono vantare tutti gli esperti di immagine e comunicazione che desiderano, questi signori, ma non ci pigliano per il naso, ormai pochi ci cascano, ogni occasione è buona per apparire migliori di quel che si è, o comunque apparire quel che non si è. Nella loro immaginazione però può portare voti, comunque consenso e simpatia, la solita marchetta a fin di male. Qualcuno ci casca ancora, ma sempre meno, sempre meno gente è disposta a concedere credito a questi stonati strimpellatori di violino.

Il Salvini che a Natale distribuisce pasti agli anziani, fotografo al seguito e servizio comunicazione sugli scudi naturalmente, è solo l’ultimo della serie. A fianco della filantropia chic dei reali inglesi suona tutto più pane e salame, ma come effetto siamo lì.

Lui e l’accompagnatrice, a due mani, consegnano la borsa, poi il Matteo si volge a favore di clic da consegnare ai posteri, e abbozza, si presume, un sorriso che vorrebbe essere accattivante, da sotto la mascherina (almeno quella c’è, annotiamo il progresso).

Poi uno se la piglia perché tutti sono pronti a sottolineare, a puntualizzare. Se ti metti però al centro del bersaglio, e sorridi pure, le freccette prima o poi arrivano.

Trovo, banalmente lo so, tutto oltremodo finto. Vuoi davvero (no, ovviamente no) fare volontariato? Acqua in bocca e una volta alla settimana, una volta al mese, una volta quando ti pare, rimboccati le mani e fai.

Tra l’altro, umilmente, lo vorrei dire ai responsabili dell’immagine e della comunicazione: volete mettere che botta promozionale scoprire all’improvviso che un politico di grido da anni fa volontariato in incognito?

Ma io che ne so? So però che Mario Furlan, il fondatore dei City Angels, l’organizzazione che ha vestito Salvini per l’occasione, si è infuriato di brutto. E non solo perché fosse all’oscuro di tutto. Così spero si siano infuriati tutti i volontari del mondo, veri, anonimi per i teleobiettivi, ma non per chi ha bisogno di loro e da anni incrocia i loro occhi.

Non si stupisca Salvini e non si stupiscano i volontari da passerella come lui, è solo inevitabile che piova indignazione. Anche se i pierre ancora non se ne sono accorti, c’è sempre più gente che non se la beve più.

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