NON CI POSSO CREDERE: VALDITARA VUOLE LA SCUOLA CHE VOGLIO IO

Quando si dice il caso: una volta tanto, un Ministro della Pubblica Istruzione dice le stesse cose che dico io. Bisognerà, poi, vedere, se le farà, oltre a dirle: quando si tratta di scuola, il vecchio adagio che suggerisce esserci un mare tra il dire e il fare è quantomai d’attualità. Tuttavia, parlando del sistema di riforme che ha in mente, il Valditara ha proprio detto molte cose che io dico e scrivo, tra libri e giornali, ormai da più di vent’anni: meglio tardi che mai! Non oso pensare che la mia cara Paola Frassinetti, che di Valditara è Sottosegretaria, gli abbia insufflato nell’orecchio qualche cimminesca verità: sta di fatto, però, che le recenti esternazioni del Ministro, almeno in questo caso, non posso che sottoscriverle.

Partiamo dalla prima e, in apparenza, minima novità: lo studio del latino alle medie. Sembra una bizzarria misoneista, ma non lo è affatto: il latino significa grammatica, sintassi, capacità di analisi, necessità di riflessione linguistica. Ovvero precisamente quel che manca ai nostri studenti di oggi.

Poi, la cancellazione della geostoria: ignobile ircocervo, nato da una visione ideologica dei curricoli, che penalizzava tanto la storia quanto la geografia, autentica cenerentola della scuola della catastrofe. Quanto, poi, all’ambizione di creare una storia senza ideologie, temo, da storico, di dover disilludere Valditara e suggerirgli di svegliarsi dal dolce sogno in cui si è addormito.

Comprendo l’impostazione identitaria che anima Valditara e, più in generale, questo governo, tuttavia, sono invece, ostile allo studio della Bibbia: a parte l’inconsistenza del testo, mi pare una proposta piuttosto manichea e senza una reale utilità, sia morale che culturale: tanto varrebbe leggere Virgilio, a questo punto.

Adoro, viceversa, l’idea di mandare a memoria le poesie: io sono cresciuto in una scuola in cui si studiavano così i classici italiani e ne conservo tutt’oggi memoria: poche cose aiutano a capire quanto la citazione pretta di un’opera. Tanto per chi spiega quanto per chi ascolta.

Devo dire che la direzione indicata dal volo pindarico di Valditara assomiglia parecchio a un’inversione a U: quell’inversione da me tanto auspicata e caldeggiata, anche se vox clamantis in deserto. Non so e, per la verità, non credo che le cose andranno così: troppi interessi, troppi scaldasedie, troppa politica si frappongono tra Valditara e il buonsenso. Tuttavia, si tratta di un segnale indubbiamente positivo.

Adesso, mi aspetto che il Ministro dica la sua sull’accanimento diagnostico dei DSA, sull’incapacità o, peggio, sulla faziosità dei dirigenti scolastici, sul diluvio burocratico, sull’inconsistenza delle retribuzioni, sull’inadeguatezza dei nuovi docenti e sulla mummificazione cerebrale dei vecchi. Insomma, su tutto quanto contribuisca a fare della scuola italiana il disastro educativo che è. Ma con calma, senza scossoni. Tanto, io fra un paio d’anni me ne vado…Pubblicità

Un pensiero su “NON CI POSSO CREDERE: VALDITARA VUOLE LA SCUOLA CHE VOGLIO IO

  1. Claudio dice:

    Un nuovo mondo agognato da secoli. L’augurio è che insegnino anche ad usare i telefoni a gettone per le crisi d’amore e le palline clac clac in spiaggia, dovendo aspettare due ore dopo pranzo.
    Magari riaprono il negozio di dischi alla Celadina.

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