Per l’occasione sono stati allestiti nel centro storico di Siracusa oltre 200 padiglioni in rappresentanza di circa 600 aziende.
Padiglioni che vedono la presenza massiccia delle storiche associazioni di categoria (Coldiretti, Confagricoltura e via discorrendo), insieme ad aziende private, giunte in forze per dimostrare come ha dichiarato il ministro Lollobrigida che: “Siamo unici nella produzione di cibo ma lo siamo anche in altri ambiti, cioè nella protezione del territorio. Agricoltori e pescatori sono i primi ambientalisti del nostro paese per questo il Governo intende aiutarli, infatti abbiamo raddoppiato i fondi per l’agricoltura e con il G7 avremo anche il coinvolgimento delle altre nazioni”.
Siamo molto colpiti da questa comunione di intenti che si sta palesando nell’estremo sud della Sicilia tra ministro dell’agricoltura, associazioni di categoria e aziende agricole. Evidentemente tutte le proteste che sono state realizzate durante questo 2024 hanno sortito l’esito sperato e gli agricoltori hanno risolto i loro annosi problemi.
E siamo ancora più colpiti che questa sintonia si stia realizzando in Sicilia, forse la regione che ha subito più di tutte gli effetti di una siccità inedita che ha messo in ginocchio, e stiamo usando un eufemismo, centinaia di aziende agricole, il cui futuro resta appeso ad un filo.
È sorprendente come gli umori dei produttori agricoli siano mutati così repentinamente, evidentemente ci è sfuggito qualcosa.
Ma il beneficio del dubbio ce lo prendiamo. Ed è un dubbio che pesa come un macigno.
A nostra notizia nessuna delle proposte/richieste degli agricoltori è stata esitata, anzi.
Non ci risulta ad esempio che sia stata concessa una dilazione nei termini di pagamento di tasse, tributi e contributi per le aziende agricole che hanno visto la produzione decurtata da eventi meteo di portata storica. Di ristori neanche a parlarne.
Così come non ci risulta che sia stata messa in atto una strategia finalizzata allo stop delle importazioni selvagge, di grano in primis, tanto invocata dalle aziende cerealicoltrici.
Ci risulta invece un munifico stanziamento del governo italiano a favore di Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola europea partecipata dai big del capitalismo italiano, per coltivare 38.000 ettari in Tunisia (anche di grano), nell’ambito del famigerato quanto misterioso Piano Mattei.
E non ci risulta neanche che siano state messe in opera misure strutturali per la riduzione dei disagi dovuti alla siccità. Si va avanti, quando possibile, per autobotti.
Così come non abbiamo riscontro di aiuti concreti o ristori per gli agricoltori delle regioni colpite da alluvioni.
Ma probabilmente questi dubbi sono solo il risultato di una nostra cattiva informazione.
Intanto a Siracusa va in scena un’altra rappresentazione che purtroppo riecheggia, senza peraltro averne alcun diritto e titolo, le tragedie greche che mirabilmente vengono messe in scena annualmente nel Teatro greco della città aretusea.
Probabilmente la concessione di qualche stand, la presenza in qualche convegno o una semplice foto accanto al ministro, hanno convinto molti agricoltori a desistere da qualsiasi forma di protesta che avrebbe avuto in concomitanza di questo evento una eco molto più eclatante dei presidi di trattori posti in strade secondarie. Ma tant’è.
Noi per non saper nè leggere nè scrivere seguiremo con passione Terra Madre, la manifestazione che annualmente organizza Slow Food, che si svolgerà a Torino in concomitanza con il G7 dell’agricoltura.
Di ballare sul Titanic non ci va.
Concordo, basta foraggiare qualcuno e la massa segue anche a proprio discapito. Non sono bravi i Politici ma noi, Divenuti sudditi.