NO BEPPE, PER IRENE TU COLPE NON NE HAI

di TONY DAMASCELLI – Giampiero Boniperti era sicuro, Beppe Furino aveva due cuori. Il presidente non aveva ragione. Tu, Beppe, hai un cuore solo, oggi è frantumato come un vaso di cristallo scappato dalle tue mani e finito per terra, inutile ricomporne i pezzi, nulla sarà brillante e prezioso come prima. Irene se ne è andata improvvisamente e per sempre, l’ha rubata il virus cattivo e Tu, adesso, ti strazi, colpevole, pensando di essere stato il portatore del male, come facevi con il pallone depositato sui piedi di Bettega o di Platini.

No, Beppe, la vita non è una partita di football, non hai commesso nessun fallo, non c’è stato nessun passaggio verso il gol, nessun fallo da espulsione. Quelli ai quali ci avevi abituato erano scherzi goliardici, questa è stata un’entrata vigliacca e Tu non sei mai stato codardo. Non hai colpe, non potevi sapere e nemmeno immaginare che un bacio, un respiro, una carezza potessero trasmettere quello che sappiamo. Hai sopportato ferite agli stinchi e squalifiche mille, poi cancellando, sul campo, la sofferenza, con la stessa tigna di prima. Stavolta non torni a giocare, ti manca il compagno a cui passare la palla, verso il quale correre per abbracciarlo, per scambiare la gioia, sognando il paradiso. Irene era questo, la cerchi nel silenzio imprevisto e nero, eri abituato a ritrovarla nella luce, dopo il boato della folla. La vita non ha un regolamento, Tu non hai commesso alcuna infrazione.

Vorresti ricorrere al Var per capire il momento, l’attimo, nel quale tutto questo finale drammatico ha avuto inizio. E perché. La nostra mente ha molti ferma immagine, una moviola esclusiva, come se, dal finestrino di un treno in corsa, ci mettessimo a osservare la gente laggiù, ferma, in una strada, in un campo e ne individuassimo il volto, il sorriso forse, anche l’abito, mentre, loro, quelle figure lontane, non riescono a scorgerti perché stai viaggiando troppo veloce.

Oggi sei Tu lungo quella strada, sei Tu fermo in quel campo, cerchi rabbiosamente di ritrovare quel volto, quelle mani, quegli occhi. Irene sta viaggiando veloce. Non hai potuto salutarla, abbracciarla, accarezzarla. Eppure ne senti ancora il respiro, il profumo, la voce. Resta la sua memoria calda, come di cento partite antiche. Beppe, non abbandonare il campo, prova a giocare ancora la vita, per Irene. Giampiero Boniperti non aveva ragione. Tu hai un cuore solo. Il vaso di cristallo ti è scappato di mano.

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