NESSUNO VUOLE AFFITTARE CASA A QUESTA FAMIGLIA: HA UN FIGLIO AUTISTICO

“Nessuno ci vuole, nessuno ci accetta. Siamo discriminati e senza un tetto”, queste le parole di una mamma di Palermo, Caterina Lo Galbo, questa la sintesi, ma molto c’è da aggiungere in cronaca (come riporta Federica Virga su “PalermoToday”).

La sua famiglia cerca casa da mesi e l’avrebbe anche trovata, più volte, pronta a pagare l’affitto richiesto senza batter ciglio. Eppure, ad ogni occasione, a un certo punto si presenta un ostacolo insormontabile che spinge il locatore a cambiare idea.

L’ostacolo è sempre lo stesso ed è irremovibile, in nessun modo si può aggirare pare, si può giusto prenderne atto, fare marcia indietro e indurre a fare dichiarazioni come questa: “Comprendo molto bene la sua delusione signora, purtroppo non decidiamo noi a quali condizioni affittare l’appartamento. So che suo marito lavora, però purtroppo rimane la pensione di invalidità di suo figlio, il proprietario ragiona in questa maniera: se gli serve l’appartamento è difficile mandare via degli inquilini con pensione di invalidità. Mi spiace per questa situazione”.

La dichiarazione non è del locatore, il quale difficilmente ci mette la faccia, la dichiarazione è della desolata agenzia immobiliare, la quale dopo i numerosi tentativi sceglie la via della franchezza e mette a nudo i sospetti della famiglia. L’ostacolo si chiama Daniel, autistico di 17 anni, per gli affittuari un impiccio insostenibile, perché l’equazione immediata è quella che guarda avanti, anche troppo, e non prevede in realtà discriminazione di sorta: l’invalido è invalido e per il proprietario una potenziale seccatura a lungo termine.

Chi poi li manda via quelli, tutti a impietosirsi e chi li muove più? Volendo essere indulgenti all’estremo, si può provare a capire un filo i padroni di casa, ma solo un filo sottilissimo, che si spezza solo a guardarlo.

Qual è il paradigma del buon inquilino, serve una patente che sia esibita come credenziale? Sulla patente ad ogni modo non saranno certo specificate le credenziali meno gradite e quasi sempre celate: insolvente, disonesto, irreperibile, poligamo, cretino, solo per dirne alcune.

Perché dovrebbe essere necessario specificare, e perché poi eventualmente risultare sgradita, la credenziale che qualifica l’inquilino come autistico o invalido? La certificazione trasforma automaticamente alcune persone e le rende peggiori di altre?

Ma se anche fosse inevitabile dover rendere manifesta la presenza di un disabile in famiglia, è sempre la stessa storia: siamo tutti buoni e compassionevoli a condizione di esserlo di passaggio. Nella fattispecie, autismo di qui, autismo di là, trasmissioni, fiocchi blu, una carezza e un po’di pietà, ma quando si tratta di averlo tra le scatole l’autistico, o un handicappato qualunque, vade retro.

In questo caso poi non è che ci devi convivere, si tratta di affittare una casa a una famiglia affidabile con un figlio che chiede continuamente di poter avere la sua stanza, il suo spazio.

“In che mondo viviamo? Mio figlio sta così, cosa dovrei fare? Nascondermi pur di affittare una casa? Nascondere la malattia di mio figlio? Mio marito ha un contratto a tempo indeterminato, stiamo bene e non abbiamo problemi economici, eppure…”, dice ancora la madre.

“(Daniel) mi chiede ogni giorno quando andremo finalmente a vivere a casa nostra, quando potrà avere la stanza con le cose a cui tiene. L’acquario e i suoi giochi. Ogni volta che mi fa questa domanda io piango. Prendo tempo e gli dico che la stanno dipingendo, che ancora non è pronta. Ma posso prendere in giro mio figlio solo perché esiste gente senza un briciolo di umanità?”.

A voler essere cinici e brutali, se la affitti a un cretino, e la probabilità è altissima, in fondo ti andrebbe molto peggio e nemmeno potresti consolarti con l’idea di aver compiuto una buona azione, se proprio può servirti da incentivo, anzi: andresti di diritto ad aumentare il numero di coloro che in realtà cerchi di schivare, i cretini, ai quali certamente nessuno concederà l’assegno di invalidità.

E poi, a proposito di diritto, semplicemente di questo si tratta, nessuno chiede di regalare nulla: gente onesta, che lavora e può pure pagare l’affitto.

Forse come credenziale suona poco credibile?

Un pensiero su “NESSUNO VUOLE AFFITTARE CASA A QUESTA FAMIGLIA: HA UN FIGLIO AUTISTICO

  1. cristina dongiovanni dice:

    Io conosco gente che affitta con contratto a famiglie extracomunitarie con moglie in attesa. Sono persone rare ma esistono, meglio scriverlo, meglio consolarsi un pochino di fronte a tanta desolazione.
    Affittano e sono ripagate, pensate! Strano ma vero, gli inquilini sconosciuti, stranieri, ricambiano con la correttezza.
    La strada che stiamo percorrendo è lastricata di egoismo, lucido e viscido. Lucido di calcolo e viscido di pavidità. Solo qualche mattonella, che appare magari ruvida e distonica offre un appoggio sicuro. Forza Caterina, spero con tutto il cuore che il nuovo anno vi porti finalmente una casa, spero possiate poggiarvi sulla ruvidezza di una mattonella vecchia ma solida, che sappia mettervi in equilibrio con il mondo, ed al caldo. Auguri!

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