NESSUNO CONOSCE PLATINI

Platini con il suo amicone Boniek (a sinistra)

Caro @ltroPensiero.net, mi chiamo Gregorio Gennari, sono un avvocato della provincia di Brindisi che lavora in un Ente Pubblico. Sono un tifoso juventino, sempre più disgustato da un calcio dominato da tatuati, cialtroni e furbastri. Mi rivolgo a Tony Damascelli, noto “platinologo” per eccellenza. Anche io, nel mio piccolo, sono un platinologo, avendo praticato il culto del Re Sole francese da quando sbarcò in Italia. E continuo a praticarlo. Proprio per questa ragione trovo imbarazzante l’ostracismo che il calcio ha manifestato nei confronti di Platini dopo il suo coinvolgimento nello scandalo che ha squassato la FIFA qualche anno fa. È come se fosse stata tracciata una linea rossa sul suo nome, cancellato dagli albi d’oro, dagli annali, persino dai ricordi. Una “damnatio memoriae” che – a mia memoria – non ha eguali nella storia del calcio. L’ultimo affronto glielo ha riservato la sua stessa patria. Qualche giorno fa “France Football” ha eletto la squadra composta dai migliori calciatori di tutti i tempi. E lui non c’era. E non c’era neanche nella seconda dei migliori “all time”. Solo nella terza gli è stato trovato uno strapuntino. Incredibile, proprio la rivista che per 3 anni di fila lo ha proclamato miglior calciatore d’Europa, e che non gli consegnò il poker preferendogli il carneade Belanov, gli ha voltato le spalle. Riserva della riserva. Eppure parliamo del calciatore più forte di sempre (parere personale), sicuramente per un lustro, capace (oltre ai 3 Palloni d’Oro di seguito) di aggiudicarsi per 3 volte consecutive il titolo di capocannoniere in Italia, di vincere da solo l’Europeo del 1984, di condurre la Juve e la Nazionale del suo Paese a vette mai toccate prima. Quando è scomparso Maradona è stato letteralmente ignorato: non un’intervista, non un suo commento raccolto (se non due righe in in sottopancia Sky). Eppure per anni è stato il suo più fiero rivale. Lo stesso quando è scomparso Paolo Rossi. Mi piacerebbe conoscere il suo parere al riguardo e se, come me, trova la faccenda se non sconcertante, quanto meno umanamente squallida. Grazie e buone feste.

Risponde Tony Damascelli:

Gentile signor Gregorio, la vicenda che ha coinvolto Michel Platini ha radici nel sistema calcio, uguale in ogni parte del pianeta. Michel aveva praticamente ottenuto l’appoggio della maggioranza (oltre centocinquanta) delle federazioni calcistiche per l’elezione a presidente della Fifa. Sarebbe stato il primo caso di un ex calciatore, con un passato illustre, ad occupare quel ruolo, con un progetto chiaro, anche manifesto, di restituire il football ai veri attori e interpreti, dunque i calciatori, sottraendolo ai burocrati, ai politici, ai funzionari e agli arbitri, come accade da sempre, con i risultati che si conoscono. Platini aveva (e ha ancora) idee precise sul regolamento di gioco, sulla distribuzione dei proventi dei tornei, sulla sicurezza, sul razzismo. Era evidente che si sarebbe trattato di una specie di svolta, come si usa dire, epocale. Improvvisamente esplose la vicenda del versamento di una cifra di due milioni di euro, non in nero ma fatturati, da parte di Sepp Blatter con la firma sugli assegni dei dirigenti amministrativi di Fifa. L’accusa principale, rivolta a Platini, fu quella di non avere comunicato al comitato esecutivo Fifa di Zurigo l’accordo con Blatter. La condanna fu pesante, squalifica di otto anni, poi ridotta a sei, infine a quattro, con un solo, studiato, scopo: togliergli la possibilità di candidarsi. Al suo posto, come nelle peggiori commedie, è stato eletto Gianni Infantino, suo segretario generale all’Uefa. Da quel momento, Infantino ha chiuso qualunque rapporto con l’ex presidente e altre figure, “promosse” nei quadri dirigenziali proprio da Platini, hanno scelto la stessa coraggiosa strada del nuovo eletto. Il resto, con tutti i particolari di cronaca, è scritto nel suo libro “Il re a nudo” presentato lo scorso anno, evitato, nei commenti, dai nuovi reggenti di Fifa e della stessa Uefa. Platini ha, da tempo, scontato la squalifica e sta portando avanti un progetto di rientro nel mondo del calcio, dopo aver rifiutato offerte e incarichi alla dirigenza di illustri club. Vuole portare a termine il piano bloccato, il calcio ai calciatori. In occasione della scomparsa di Maradona e di Rossi ha scritto due articoli pubblicati sulle pagine de “Il Giornale” e di “Tuttosport”, mentre è vero che né Sky, né altre emittenti hanno provato a contattarlo. La storia di Michel Platini continua. Lo sanno e lo temono a Zurigo e a Nyon.

Un pensiero su “NESSUNO CONOSCE PLATINI

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Cari Amici e Signori
    (si fa per dire, è un incipit formale pressoché doveroso)
    di fede BIANCONERA , sponda JUVENTUS,
    sono, nonostante tutto, un incrollabile simpatizzante (il tifo non mi appartiene ) dell’INTER , od INTERNAZIONALE come si diceva quando il football era ancora uno sport.
    C’è poco da dire , anche se costa fatica : Michael PLATINI era un FUORICLASSE . Punto e basta.
    Di sicuro , era anche un bell’esempio della GRANDEUR transalpina.
    Ecco, per il sottoscritto questo (e taccio d’altro) è un motivo sufficiente perché il Platini in abiti civili sperimenti – per quanto poi concretamente gli appartengano – l’anonimato e la modestia.
    Cosucce che, ai tempi d’oro, non ricordo abbia mai tenuto in conto alcuno.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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