NESSUN VAR CAMBIERA’ MAI GLI ARBITRI

Geograficamente era in fuorigioco. L’ho sentita, l’ha sentita il milione e più di telespettatori collegati con la “Domenica Sportiva”. Lo ha detto Massimiliano Saccani, ex arbitro e, come molti colleghi suoi, passato dal silenzio alla voce pubblica come opinionista televisivo.

L’avverbio “geograficamente” è stato utilizzato per spiegare la posizione di Olivier Giroud nell’occasione del gol annullato a Kessié. Questo è il calcio di oggi, così è se vi pare e Pirandello nemmeno lo poteva immaginare. Un’autopsia in mano non a medici legali ma a un gruppo di giudici, nel senso di arbitri, guidati da un capo tribù, al secolo Collina Pier Luigi, che da Zurigo, sito della Fifa, dirige, gestisce, comanda, disegna il movimento che ha preso in mano il gioco non più giocattolo.

Tra un Var e l’altro, ogni partita viene frantumata in un collage che diverte soltanto loro, gli arbitri appunto, capaci di un geograficamente, di una posizione attiva, di una situazione di fastidio alle spalle, roba da film hard più che di una partita di football.

Ma ormai è fatta, non si può tornare indietro, le tecnologie hanno finalmente portato la giustizia (…evitare perdite di tempo, vi faremo sapere..), il calcio è un gioco trasparente, non ci sono più le porcate di una volta. Ora è tutto altissimo, purissimo, levissimo, si respira l’aria buona e non più lo smog dei peggiori spogliatoi.

Basta crederci, ditelo a Pioli o a Gasperini, a Klopp e ad Ancelotti, allenatori, ex calciatori abituati a un football che non c’è più ma anche ad emolumenti che ci sono, eccome, compresi i salari degli arbitri. Aspettiamo Babbo Natale con un interrogativo inquietante: geograficamente, da che parte arriverà?

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