Scrive il “Corriere della Sera” a firma di Massimiliano Nerozzi: ”Non lo sopporto e non sono l’unico. Non sai mai che cosa aspettarti, da titolare a 90 minuti in panchina”: a parlare, a mormorare è un calciatore della Juventus, ma non se ne conosce l’identità, potrebbe essere un film, da Anonimo veneziano ad Anonimo juventino.
E’ il brutto della diretta, il codardo si nasconde nel canneto e il giornalista assiste e registra l’avvelenatore dei pozzi riportando le frasi tra virgolette (sempre complimenti anche alla categoria). Bah. La situazione in casa della Juventus è seria, parenti e serpenti si agitano ma mai in modo manifesto, è partita la caccia all’uomo mascherato, chi sarà il grande affossatore di Motta?
Si moltiplicano gli identikit, si vocifera su ultimi contrasti di campo e di spogliatoio, la vicenda, nei sui tratti da assemblea condominiale o Grande Fratello, conferma lo stato delle cose e dell’essere nel mondo Juventus, dirigenti che non dirigono, allenatore che non allena, giocatori che non giocano.
Bei tempi quelli di Boniperti e di Moggi, almeno sapevi che prima o poi sarebbe venuto fuori il colpevole e quindi messo al muro, nel senso dello stanzone dove i ragazzi si ritrovano, si spogliano e si scambiano pareri su quello che sta di là, dico l’allenatore.
Dallo spogliatoio allo sfogatoio è un attimo, sono saltate le marcature, vince la qualunque, la Juventus procede con il navigatore satellitare, non conosce la strada di destinazione, ha sbagliato molte uscite e questo scoop (?!) del “Corsera” potrebbe portare ad una svolta, l’anonimo ha le ore contate, ha detto di non essere il solo a non sopportare Thiago, cerchi dunque solidarietà, provi ad organizzare la rivoluzione, okkupi la Continassa e mandi a casa il grande, unico colpevole di questa stagione fallimentare. Comunque si faccia conoscere e riconoscere, da uomo e non da codardo.
Motta ha detto di vergognarsi. L’anonimo è uno svergognato.