NASCE SU UNA MONTAGNA DI SOLDI IL MONDIALE INCLUSIVO (ANCHE PER BROCCHI)

Che peccato non ci siano più Gennaro Oliveri e Guido Pancaldi con i loro fischietti. Gianni Infantino, svizzero come i due storici giudici, ha annunciato la prossima edizione di Giochi senza frontiere, sorry coppa del mondo Fifa, squadre 48, raduno il 25 maggio, si giocherà fino al 19 luglio, totale partite 104, 40 in più della favolosa edizione in Qatar. Mondiale diviso, per motivi elettorali, tra Canada, Messico e Stati Uniti, proteste negli altri paesi del sud e centroamerica esclusi dal torneo.

Si potrebbe suggerire al capo della Fifa l’introduzione dell’albero della cuccagna, del tiro alla fune, del ruba bandiera e della corsa con i sacchi, ormai è una gran festa, lui dice di sport e di solidarietà, io penso un casino totale, una sporca fiera del denaro, per prosciugare il fisico di atleti già impegnati nei loro rispettivi campionati e poi portati a viaggiare, non certamente da pendolari, tra una nazione e l’altra, con qualche problema meteo maccchissenefrega l’importante è fare cassa, aumentare il numero delle partite per provocare la montata lattea dei diritti televisivi.

La formula a dodici gironi da 4 squadre l’uno con le prime due promosse e un giro delle migliori otto terze, si preannuncia comoda per chi aspira ad esserci, il numero di 48 dovrebbe permettere, ad esempio, a Mancini e alla sua orchestra di poter partecipare, almeno stavolta dopo le ciofeche di Russia e Qatar.

Ma il Mondiale ha perso definitivamente il suo significato antico, è torneo aperto alla qualunque, con l’alibi di una democrazia e solidarietà fasulle perchè altrimenti sarebbe opportuno e giusto allestire il torneo in un paese africano, là dove vedono il calcio con il binocolo o cannocchiale oppure davanti al televisore ad accampamenti riuniti. In quei siti la Fifa dovrebbe portare la propria organizzazione, costruendo centri sportivi, stadi (piccoli), regalando palloni, divise, tute perché i miliardi che incassano a Zurigo non si sa mai bene dove finiscano e l’ultimo congresso, quello che ha portato all’annuncio del Mondiale, è stato allestito a Kigali, in Ruanda, territorio scelto dal governo inglese per trasferire i profughi clandestini. Fifa non conosce confini.

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