MITI IN FRANTUMI: I SUPERUOMINI DEL BUSINESS CON LE PEZZE AL SEDERE

Negli ultimi giorni sono circolate brutte notizie per il mondo incantato dei super eroi digitali, che sembrava invincibile e che si proponeva come il nuovo eldorado per tanti, esperti oppure semplici spettatori col naso all’insù.

Ad aprire la cronaca nera finanziaria è Elon Musk, l’eccentrico miliardario famoso per aver accumulato non solo grandi fortune ma soprattutto record di Borsa uno via l’laltro. Ultimamente molto in ombra, soprattutto per la pessima figura con Twitter: ricordiamo il recente sondaggio da lui lanciato per avere il consenso dei dipendenti superstiti dopo il mattatoio di licenziamenti e finito con una sonora bocciatura pubblica, in vero stile social. Pochi giorni fa l’ennesimo primato, ancora in negativo. E’ il primo uomo al mondo ad avere perso duecento miliardi di capitalizzazione, grazie al cattivo andamento anche del suo gioiellino Telsa, incensata prima del dovuto in quanto a veri ricavi, che non mantengono le promesse di Borsa. Grazie a questo capitombolo, viene spodestato pure dal primo gradino del podio dei paperoni, scalzato dallo stiloso francese Arnault, quello di LVMH, grande polo del lusso di tutti i tipi.

I critici di Musk sono aggressivi, adesso tutti i dubbi sulle sue fortune scintillanti emergono come funghi di stagione. Il più significativo viene da un premio Nobel per l’economia – Paul Krugman -, il testo riporta “non mi fiderei di Musk per dare da mangiare al mio gatto, figuriamoci per dirigere una grande azienda. È difficile capire cosa possa dare a Tesla una posizione di vantaggio a lungo termine nel settore dei veicoli elettrici”. Il commento peggiore però è che parte della popolarità di Tesla derivava dalla percezione di Musk come un “tipo in gamba”, immagine che è svanita nelle ultime settimane.

L’altro gigante frastornato dalla tempesta è Apple, che riesce nell’invidiabile colpo di perdere mille miliardi di capitalizzazione. Anche in questo caso un record, che la società riassume nelle difficoltà di consegne dell’ultimo nato IPhone 14 e negli aumenti nei costi delle materie prime che scarseggiano, eventi imprevisti. La verità, a detta degli analisti, è che l’alto posizionamento del prodotto fa fatica a tenere a bada la folta e forte concorrenza asiatica, ormai in grado di offrire varianti anche più performanti e molto più accessibili come prezzo. La pandemia ha di certo sfalsato i consumi, confondendo le idee anche ai più fini strateghi, ma di fatto oggi i consumatori sono molto più attenti a spendere e sembra che la musica per il giocattolino di Steve sia cambiata. Tim Cook, il top manager di Cupertino è avvertito. Questo tonfo non passa inosservato e ne dovrà rispondere in fretta.

E poi a completare la triade d’oro ci sarebbe pure Bezos, che con la fine della pandemia e dei consumatori chiusi in casa ha visto impallidirsi di molto la sfacciata fortuna di Amazon.

Non c’è una vera e propria morale in queste storie, ma qualche considerazione è lecita. Non credo sia finito il tempo delle grandi avventure di Borsa, troppo facile tirare queste conclusioni. Mi limiterei a dire che l’oro che luccicava ha abbagliato troppa gente e che s’intravvedono segnali di un ridimensionamento di certe sfide inseguite in barba ai comportamenti verso le persone – dipendenti nel caso di Twitter – e non capendo che le mode possono passare e che i consumatori – nel caso Apple – vanno studiati meglio e anche ascoltati, oppure che addirittura cambino anche qualche loro abitudine (acquisti online di Amazon).

Non basteranno più le genialate a coprire le mancanze, bisognerà pensare a visioni più profonde e attente al mondo che ci circonda. Per dare un senso alla parola sostenibilità, dovremo capire che nel concetto ci possa stare anche uno sviluppo più lento, fatto anche magari di frenate, che servono a mantenere in vita più a lungo le imprese, fatte da persone. Ecco, forse il segnale vero è che successi vertiginosi in Borsa in tempi stretti con tante promesse non saranno più garantiti come prima. E se si vorrà provare ancora con questo approccio sarà meglio mettere in conto rovesci finanziari sanguinosi. Nel complesso, dopo una simile sbornia, dopo tanta cieca idolatria, il cambiamento non è poi così male.

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