MISURA ANTINCENDIO URGENTE: ALLEVARE BESTIAME

di PAOLO CARUSO (agronomo) – Nelle ultime settimane incendi di spaventose proporzioni hanno colpito diverse regioni italiane (Sardegna, Sicilia, Abruzzo, eccetera), lasciando un’enorme scia di distruzione, danni e polemiche.

L’unico dato positivo, se così possiamo dire, di questa “apocalisse” è data dall’assenza di perdite umane, mentre è incalcolabile la somma dei danni materiali e soprattutto morali, per le persone che in pochissimo tempo hanno visto svanire aziende e case e con esse i sacrifici di una vita.

I motivi che conducono al fenomeno degli incendi sono molteplici, ma soprattutto riconducibili a cause ambientali e antropiche.

E’ assodato che i cambiamenti climatici abbiano provocato, in certe zone, un aumento significativo delle temperature medie e massime, che, sommate al vento, sono sicuramente il miglior viatico per la propagazione e diffusione delle fiamme. Questo fattore, al netto di politiche globali mirate e di un netto ribaltamento delle nostre abitudini, è abbastanza immodificabile, almeno nel breve periodo.

E’ altresì assodata però anche la presenza e la frenetica attività dei piromani, ovvero soggetti alle prese con palesi disturbi mentali che: “danno fuoco in modo intenzionale e ricorrente alle cose; provano gratificazione e soddisfazione dopo averlo fatto; sentono attrazione verso il fuoco, le sue conseguenze e tutto ciò che lo riguarda” (fonte: https://www.psicocitta.it/disturbi-psicologici/disturbo-controllo-impulsi/piromania.php).

Esiste poi un coacervo di interessi criminali che mirano a sostituire l’agricoltura con altre attività, in nome di uno pseudo progresso o sviluppo, ma che di fatto operano soltanto per eseguire i loro disegni. In questa direzione va il recentissimo richiamo della Commissione Antimafia del Parlamento Siciliano, che ha asserito che alcuni di questi incendi hanno come obiettivo di indebolire le resistenze degli agricoltori e di abbassare i prezzi di vendita dei loro terreni per poterli acquistare, così da insediare mega parchi fotovoltaici.

E’ inoltre assodata l’incapacità della classe politica in toto, di realizzare, per tempo, un adeguato piano di prevenzione: i nostri governanti agiscono come se estate, piromani e criminali vari fossero un accidente difficilmente pronosticabile.

Ma in questo bailamme di polemiche, notizie e accuse mi ha molto colpito il post di Sebastiano Lombardo, un allevatore siciliano “illuminato”, che ha analizzato lucidamente un aspetto della vicenda troppo spesso trascurato, ovvero l’importanza del settore zootecnico e della presenza degli animali e degli allevatori come presidio del territorio.

Lombardo elenca gli elementi che a suo (e a mio) parere sono determinanti per la propagazione degli incendi e lo fa puntando il dito soprattutto sulla drastica riduzione dell’attività zootecnica.

La presenza degli animali è necessaria per nettare il sottobosco: bovini, ovini e caprini per nutrirsi svolgono un’operazione “involontaria” di pulizia in zone orograficamente e logisticamente difficili da raggiungere.

Purtroppo, soprattutto negli ultimi tempi, il settore zootecnico è stato additato come responsabile di principi di alimentazione da dismettere: vegetariani, vegani e altri soggetti inquadrano gli allevatori come figure da discriminare ed evitare accuratamente. Le emissioni di metano degli stessi animali sembra siano diventate le principali cause di inquinamento ambientale del pianeta terra.

Questi ed altri fattori, sommati a politiche scellerate, sono state le concause della netta riduzione degli allevamenti nel nostro Paese, al punto che non è stato possibile procedere a un ricambio generazionale tra allevatore padre e figlio. Le remunerazioni indecorose dell’attività zootecnica hanno significativamente accelerato questa situazione, relegando l’allevamento a una pratica accessoria e assolutamente marginale.

Ultimo, ma non ultimo, il tempo sottratto da un’inutile e opprimente burocrazia al lavoro quotidiano; oggi gli agricoltori trascorrono più tempo a girovagare per uffici che nei pascoli, a causa di leggi miopi e dannose.

Il nostro allevatore siciliano ci ricorda, ed evidentemente ce n’è molto bisogno, che queste figure sono essenziali per presidiare il territorio, preservandolo da atti criminali più o meno dolosi.

Sicuramente alcuni allevatori, per avidità e una insita propensione al malaffare, si sono resi responsabili di pratiche illecite che hanno portato a procedimenti giudiziari e condanne, che purtroppo hanno consentito una generica e frettolosa criminalizzazione di tutta la categoria.

Per conto mio non smetterò di applaudirli e incoraggiarli, come hanno fatto i cittadini sardi al passaggio dei mezzi sui quali gli agricoltori, solidalmente e volontariamente, trasportavano le rotoballe di foraggio necessarie ad alimentare i capi di bestiame rimasti senza cibo, perché distrutto dagli incendi. Chapeau!

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